Operazione "Golem", i nomi dei 13 arrestati - Live Sicilia

Operazione “Golem”, i nomi dei 13 arrestati

Nell’ambito dell’operazione antimafia “Golem”, condotta stamani dalla Squadra mobile di Trapani in collaborazione con quella di Palermo e il Servizio centrale operativo di Roma nelle province di Trapani, Palermo, Roma e Piacenza sono finiti in manette: Vito Angelo Barruzza, 45enne nato a Baden (Svizzera) e residente a Piacenza; Leonardo Bonafede, 77enne nato e residente a Campobello di Mazara (TP); l’imprenditore Giuseppe Bonetto, 54 anni, nato a Marsala (TP) e residente a Castelvetrano; Lea Cataldo, 47 anni di Campobello di Mazara; Salvatore Dell’Aquila, 48 anni di Campobello di Mazara; Leonardo Ferrante, 65 anni residente a Partanna (TP); Franco Indelicato, 40 anni di Campobello di Mazara (TP); Giuseppe Indelicato, 36enne di Castelvetrano (TP); Aldo Luppino, 67 anni di Campobello di Mazara; il sorvegliato speciale Francesco Luppino, 53 anni nato a Campobello di Mazara (TP); Giovanni Salvatore Madonia, 44enne di Castelvetrano (TP); Mario Messina Denaro, 57 anni di Castelvetrano (TP); Domenico Nardo detto “Mimmo”, 50 anni, nato e domiciliato a Roma.
Secondo gli inquirenti gli arrestati sono “elementi organici o contigui a diverse famiglie mafiose della provincia di Trapani, alcuni anche imprenditori o pubblici funzionari, il cui ruolo occulto di corriere o sostenitore logistico di Messina Denaro e’ stato confermato anche dai piu’ recenti collaboratori di giustizia”.
In particolare, gli arrestati avrebbero “curato e gestito in via continuativa e stabile la latitanza dei membri della famiglia mafiosa di Castelvetrano con condotte dirette, anche attraverso l’esecuzione di estorsioni, l’approvvigionamento di fondi e il reinvestimento di capitali, l’acquisizione e il controllo di attivita’ economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici e comunque per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per se’ o per altri e – piu’ in generale – con condotte strumentali al controllo del territorio di pertinenza della consorteria mafiosa castelvetranese e al rafforzamento della stessa”.
“Le indagini – spiegano gli inquirenti – hanno svelato l’esistenza di un’organizzazione ben strutturata, basata su una fitta trama di relazioni personali nella quale la natura dei rapporti e degli interessi, nonche’ la frequenza dei contatti ed il contenuto stesso delle conversazioni captate hanno attestato che ciascun personaggio ricopriva un preciso ruolo e godeva, rispetto agli altri, di conseguenti poteri, carisma e prestigio”.


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