PALERMO – I lavoratori non parlano, nelle sale e tra i corridoi della sede di via della Ferrovia. Insieme alla sorpresa, ecco la paura. Anche l’Anfe, adesso, rischia di sparire. Le parole, durissime del procuratore aggiunto di Trapani Ambrogio Cartosio, che ha definito la truffa ai danni della Regione e dell’Unione europea da parte dell’ente di formazione professionale “un saccheggio di denaro pubblico con una creazione mostruosa di carte false” sembra lasciare spazio a pochi dubbi. La guardia di finanza segnalerà il caso alla Regione per la revoca dei finanziamenti erogati all’Ente. E l’iter, dagli uffici dell’assessorato alla Formazione sembra già partito. “Già le notizie di stampa – afferma infatti il dirigente generale del dipartimento Formazione Gianni Silvia – ci suggeriscono quantomeno di avviare il procedimento. Verificheremo poi tutto passo dopo passo, anche sulla base dei riscontri raccolti dagli inquirenti”.
E la procedura a questo punto è chiara, ed è quella utilizzata anche altre volte, con alterne fortune, dall’assessorato alla Formazione. L’ultimo ente a vedersi revocare l’accreditamento, pochi giorni fa, è l’Iraps Onlus: il Cga, infatti, ha capovolto la sentenza del Tar, togliendo di fatto la “patente” necessaria a prendere parte ai corsi finanziati dalla Regione. Lo stesso destino potrebbe adesso abbattersi sull’Anfe. E dal punto di vista occupazionale, gli effetti sarebbero ancora più devastanti. Oggi, per l’ente guidato dalla famiglia Genco, infatti, lavorano 700 persone. Preoccupatissime per il proprio futuro.
L’incubo dei dipendenti dell’Anfe è iniziato già alle prime ore di ieri, quando un dirigente ha inviato una mail a tanti di loro. “Da qualche ora – la comunicazione – abbiamo appreso che il nostro legale rappresentante è stato raggiunto da provvedimento di custodia cautelare all’interno di una indagine sull’utilizzo dei Fondi Comunitari nella Formazione Professionale. Questo evento – prosegue il dirigente – apre una pagina difficile da affrontare; in questo momento più che mai è indispensabile mantenersi ragionevolmente lucidi, continuare a gestire le attività formative in essere con regolarità. Sarà nostra cura tenervi aggiornati tempestivamente sull’evolversi della situazione”.
E l’evoluzione rischia però di avere ricadute gravissime. L’avvio del procedimento di sospensione o revoca dell’accreditamento, come detto, è praticamente certo. E si tradurrebbe, di fatto, con l’estromissione dell’ente dagli affidamenti regionali. Quelli che garantiscono l’esistenza stessa dell’Anfe e quindi anche gli stipendi per i 700 lavoratori che in realtà, stando anche alla denuncia del capogruppo di Forza Italia Marco Falcone, uno stipendio non lo vedono già da 15 mesi. In assessorato stanno già iniziando a discuterne. I nodi da sciogliere sono sostanzialmente due: la gestione dei corsi già affidati e l’eventuale inserimento nella graduatoria, molto attesa, dell’Avviso 8 da dove l’Anfe era stato quasi estromesso, ma dove l’ente sperava di rientrare attraverso le osservazioni raccolte dal dipartimento regionale.
“Non devono pagare i lavoratori” ha detto, anche attraverso un accorato videomessaggio il presidente della Regione Crocetta, dando quasi per scontato che l’operazione della Guardia di finanza si tradurrà in una condanna delle persone coinvolte. Ma le rassicurazioni non sembrano rassicurare più nessuno. Nella sede palermitana dell’Anfe in via della ferrovia, infatti, il colpo si è sentito. I dipendenti presenti nel centro ieri pomeriggio, sono rimasti barricati dietro un muro di sgomento e silenzio. “Non vogliamo e non possiamo esprimerci – dichiara un’operatrice aprendo uno spiraglio della pesante porta in legno della sede – certo è che questa orribile notizia arriva in un momento di grande fragilità dell’ente”. Con queste poche parole richiude la porta, mentre negli uffici i telefoni continuano a squillare a vuoto.
Benché la sede dell’Anfe appaia semideserta, i lavoratori che tremano per le ripercussioni del recente arresto di Genco sono ben settecento, fra operatori e sportellisti: “Sono tutti nel panico, non c’è dubbio – afferma Giovanni Migliore, coordinatore regionale Cisl scuola – fino ad oggi, l’Anfe era uno degli enti di formazione a non essere stato coinvolto in certi scandali, da domani, invece potrebbe perfino perdere l’accreditamento”. La paura insomma è proprio quella: “Anche i dipendenti attendevano con ansia l’elenco definitivo dell’Avviso 8, speravano in una ripresa a pieno regime del lavoro – ammette Migliore – Ma visti gli ultimi eventi non possiamo che chiedere a gran voce l’intervento del governo regionale. Lo chiediamo ugualmente – attacca il coordinatore regionale Cisl – anche se siamo ben consapevoli che fino ad ora non è stato intrapreso nessun percorso soddisfacente a beneficio dei numerosi lavoratori vittime inermi dello sfacelo della formazione siciliana”.
Un settore nel quale, tra inchieste e fallimenti d’altro tipo, sono caduti, uno dopo l’altro e in pochi anni, diversi colossi: Cefop, Ial, Enfap, Ecap, Aram. Ai quali rischia di aggiungersi come detto l’Iraps e quindi l’Anfe. Un drammatico scioglingua che si traduce in un numero: quattromila lavoratori nella formazione siciliana degli sprechi, delle clientele e delle truffe, rischiano di trovarsi senza un posto, senza un ente, senza un futuro.