CATANIA – È arrivato il momento del debutto italiano per la Compagnia Zappalà Danza. Oratorio per Eva, l’ultimo lavoro di Roberto Zappalà e della sua Compagnia, sarà in scena questo week end, la prima questa sera 12 febbraio con repliche sabato 13 e domenica 14. Sarà poi di nuovo in replica il 20 e 21 dicembre. Dopo il bel successo, tra tutto esaurito e tanti applausi, riscontrato per la prima assoluta nel magnifico Teatro Odeon di Vienna nell’ambito della Notte Italiana – condivisa con la Tanz Company Gervasi- e di ImPulsTanz Special, sezione speciale dello storico e prestigioso festival austriaco ImPulsTanz, è il momento di debuttare nella città del coreografo Roberto Zappalà autore dell’idea, la coreografia, la regia, nonché luci, costumi e scene di Oratorio per Eva.
La performance dedicata alla figura di quella che è considerata la prima donna interpretata dall’armoniosa ed espressiva danzatrice Maud de la Purification, sarà rappresentata da Scenario Pubblico, residenza della Compagnia Zappalà danza. Insieme alla grazia e alle emozioni regalate dalla danzatrice in scena anche un coro di voci a cappella, il Quintetto Zefiro, e il violinista Giovanni Seminerio, che è anche l’autore delle musiche originali dello spettacolo. Partecipa alla performance anche e un gruppo di amatori selezionati dal pubblico dopo aver seguito un laboratorio con il coreografo.
L’Eva biblica, al contempo prima donna e madre dell’umanità, diventa senza soluzione di continuità la danzatrice che la porta in scena e la donna di oggi. Un racconto in prima persona che si fa, suo malgrado, specchio di una condizione ancora non pacificata e di quotidiana violenza. Dopo Invenzioni a tre voci che sarà in scena il prossimo febbraio, Oratorio per Eva rappresenta la seconda tappa del progetto Transiti Humanitatis, un percorso che avrà come stazione d’arrivo, ad inizio 2016, la produzione I am beautiful.
Il transito in questione parte da una dichiarata e onesta riformulazione di un vecchio progetto sulla sofferenza del corpo rivisto da una diversa angolazione e prospettiva, sia scenica che concettuale. Un transito dal paradiso al caos dell’umanità in una genesi di secondo grado, dove la vera nascita di Eva e dell’umanità è quella del dopo la cacciata dal paradiso terrestre, è quella della consapevolezza, della parola e del racconto.
TRANSITI HUMANITATIS / Passaggi, attraversamenti, viaggi, incroci, incontri. Il nuovo progetto creativo di Roberto Zappalà, “transiti humanitatis” si articola in più fasi.
La creazione produzione I am beautiful con debutto previsto inizio 2016 al Teatro Comunale di Ferrara, sarà il punto d’arrivo di un percorso iniziato nel 2014. Il punto di partenza del progetto è costituito da alcuni passaggi/performace convenzionalmente chiamati “transiti” e che sono presentati al pubblico in vari episodi. “Transiti” dove l’“umanità”, quella dell’umanesimo, degli “studia humanitatis” che nel quattrocento indicavano gli studi letterari volti a formare la persona, divengono, nella traduzione di Roberto Zappalà, gli “studia” del corpo e del gesto trasfigurati in un universo coreografico che cerca di mettere il corpo quale elemento fondante e transito ineludibile di un “nuovo” umanesimo.
La bellezza evocata ed esplorata, nella nuova creazione di Roberto Zappalà per la Compagnia Zappalà danza ha come fonte d’ispirazione, con un paradosso solo apparente, l’immobilità eterna e assoluta della pietra (del gesso). Quella di Rodin e della sua opera. È la bellezza del corpo del danzatore/trice a partire dal quale tutto incomincia e nel quale tutto si consuma ed esaurisce.
Per Roberto Zappalà mettere a nudo il corpo, ovviamente non solo nel senso letterale, equivale a mettere a nudo il cuore umano, (per tornare a Baudelaire), e farlo attraverso una lingua che ha la sua grammatica e la sua sintassi nei nervi e nelle giunture, nei fremiti e nei sussulti del corpo. Il corpo può diventare così la mappa per decrittare la società, ed è attraverso la corporeità, il paradosso del suo “universale narcisismo”, che l’uomo si rivela e rivela il suo posto nella società.
L’intenzione è quella di provare con la danza a raccontare la corporeità e l’identità umana, e cosi la sua bellezza. Convinti che, come dice Stendhal: per conoscere l’uomo basta conoscere sé stessi, per conoscere gli uomini bisogna frequentarli e che occorre avere un corpo per trovare un’anima (Soltanto di Jan Twardowski ). Il progetto Transiti Humanitatis è realizzato in collaborazione con ImPulsTanz-Vienna International Dance Festival, Teatro Garibaldi/Unione dei Teatri d’Europa (Palermo), Teatro Comunale di Ferrara, Teatro Massimo Bellini di Catania.