Orchestra sinfonica in crisi:| “Professionalità mortificate” - Live Sicilia

Orchestra sinfonica in crisi:| “Professionalità mortificate”

Orchestra sinfonica, un momento della protesta

Sit-in in Prefettura dei dipendenti dell'Orchestra sinfonica siciliana, che puntano il dito contro il totale abbandono della Fondazione da parte della politica. Previsto un incontro col Prefetto per le ore 11.

la protesta
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PALERMO – Lunedì di fuoco non solo per le alte temperature di inizio luglio. Un centinaio di dipendenti dell’Orchestra sinfonica siciliana, infatti, hanno affollato questa mattina l’area antistante la Prefettura. Non si placano gli animi dei musicisti della storica Fondazione che, in occasione del vertice sul teatro Biondo e sulla scia delle proteste dei giorni scorsi, hanno chiesto e ottenuto un incontro col Prefetto previsto per le 11.

Una scure si abbatte da tempo sulla gestione economica della Fondazione e sul futuro dei circa centosessanta professionisti del settore che, ormai da tre mesi, non percepiscono gli stipendi. “Vogliamo ribadire la situazione drammatica in cui versa la Fondazione ormai da mesi totalmente abbandonata a se stessa. Il sovrintendente è scappato, non sappiamo dov’è – queste le parole pungenti di Claudio Sardisco, rappresentante Fials- Cisal – Non si riesce a svolgere attività normale, siamo in autogestione e la situazione è sempre più invivibile”.

Un’amara considerazione quella delle maestranze che non accettano l’abbandono da parte del governo regionale: “L’Orchestra sinfonica è un’eccellenza di cui non si può fare a meno, abbiamo fatto la tradizione di questa terra – continua Sardisco -. E’ inammissibile che la Regione non si preoccupi minimamente di noi. Ciò che chiederemo al Prefetto oggi è di fare pressione affinchè si ristabilisca la normale amministrazione della Fondazione”.

A preoccupare i lavoratori è soprattutto il disagio recato alle famiglie che, in questi mesi, si trovano ad affrontare ingenti difficoltà sul fronte economico e chiedono una boccata d’ossigeno per fronteggiare la quotidianità: “La professionalità è violentata in ogni forma. Siamo allo strenuo delle forze con un futuro incerto, le nostre famiglie hanno bisogno di respirare – racconta Sonia Giacalone, una delle professioniste presenti -. Chiediamo solo un aiuto, un sostegno per permettere ai nostri figli un futuro migliore. Vogliamo soprattutto essere ascoltati perché in questo periodo ciò che manca è un interlocutore capace di ascoltare e dare risposte alle nostre incertezze”.


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