CAPO D’ORLANDO (MESSINA) – L’appuntamento con la storia passa attraverso l’ostacolo più alto tra quelli possibili. Così, la Betaland Capo d’Orlando si prepara ad affrontare per la seconda volta nella propria storia i playoff che valgono la conquista dello scudetto del basket italiano. E lo farà contro la squadra che detiene sia il titolo che la leadership al termine della regular season, con tanto di prima testa di serie nel tabellone che si è venuto a comporre dopo l’ultima giornata disputata domenica scorsa. La EA7 Emporio Armani Milano è ostacolo apparentemente insormontabile per la formazione guidata da Gennaro Di Carlo, ma non mancano i fattori che lasciano intendere che questa sfida potrebbe essere affascinante e magari foriera di qualche piccola sorpresa. Intanto la differenza di approccio con cui le due squadre hanno affrontato l’ultima parte di stagione: praticamente in pantofole i campioni d’Italia, abbondantemente fuori dalla corsa all’Eurolega e già certi da tempo del primo posto in campionato; con tanta adrenalina e determinazione in corpo per i paladini, che hanno dovuto giocarsi fino all’ultima giornata un posto ai playoff. E poi c’è la questione relativa all’infermeria, con l’Orlandina che ha recuperato di recente capitan Sandro Nicevic e il lettone Janis Berzins, e che per questa serie ritroverà anche Dominique Archie, mentre Milano non potrà disporre di Rakim Sanders oltre che del lungodegente Zoran Dragic e di un altro straniero, viste le norme vigenti.
Tutte cose che interessano poco a coach Di Carlo, il quale in conferenza stampa ha fatto capire con quali motivazioni e con quale carica emotiva la Betaland Capo d’Orlando affronterà questo scoglio, tanto affascinante quanto difficile da superare: “L’Orlandina farà l’Orlandina. Questo playoff costituisce un’altra straordinaria opportunità e viverla contro la favorita delle favorite è ancora più straordinario. È chiaro che abbiamo una serie playoff sulla carta chiusa per cui dobbiamo capire molto rapidamente come entrare dentro la serie. Unica cosa da sottolineare è che, contro Milano, vogliamo portare l’essere noi stessi che significa non snaturarci per alcuna ragione al mondo. Dentro il nostro modo di giocare basket c’è orgoglio, cultura e intelligenza di questo territorio, quello siciliano, ci piacerà con molta semplicità andare al Forum e giocare delle partite avendo nell’animo l’idea di sfidare la capolista a viso aperto. Non è presunzione ma cercheremo di sfuggire al pronostico da 0-3 e di portare la serie almeno a gara4”.
A dare maggior coraggio e maggiore consapevolezza dei propri mezzi, in casa Betaland, sono soprattutto i precedenti. È vero che nella gara disputata ad Assago si è vista in maniera più chiara la differenza tra le squadre, ma nella gara di andata del PalaFantozzi l’Orlandina è andata vicina al colpaccio. Qualcosa che Di Carlo ricorda bene, così come la qualità del gioco mostrata per gran parte della stagione: “Ricordo che, per gran parte della stagione, l’Orlandina ha espresso il miglior gioco del campionato. Sappiamo che le nostre vittorie passano dalla qualità che esprimiamo sul parquet. Contro Milano, anche sapendo che sarà molto complicato, cercheremo di giocare una buona pallacanestro d’equazione, quella di giocare bene, può portare benefìci ai fini del risultato. Il condimento di tutto questo è la grande capacità di credere in noi stessi e di essere competitivi a livello di autostima in una sfida impari contro Milano. Non lo so come andrà a finire e dove arriveremo. Mi piacerebbe vedere una squadra che si approcci in maniera quasi sfrontata. La capacità che dobbiamo cercare di sviluppare è quella di avere la forza di credere in noi stessi sia come squadra che come singoli e mostrare carattere, determinazione e avere la forza di giocare sempre a testa alta”.
La più grande incognita riguarda soprattutto la gestione del roster, visto che si giocherà a due giorni di distanza tra una gara e un’altra. Di Carlo non teme la situazione, visto che riguarderà anche i propri rivali, e anzi si aspetta una gestione lucida da parte dei suoi stessi ragazzi: “Mi aspetto una gestione diversa da quella che è stato l’ultimo periodo alla luce del recupero di qualche giocatore. Penso di poter contare su tutto il roster, abbiamo iniziato la stagione così con un organico profondo e domani voglio avere la difficoltà di vedere quale straniero tenere fuori, e questo mi conforta e mi dà energia positiva. Così da alzare l’intensità dei giocatori e di gestire meglio il dispendio nella serie. Ma a questo ci devo pensare da gara2. In gara1 andremo a tavoletta”. Infine, Di Carlo rivolge un pensiero al proprio pubblico, uno dei principali motori di questa impresa: “Il pubblico continua a sostenerci anche nei momenti di difficoltà e quando arrivano i momenti belli in questa che definisco una famiglia allargata, è fantastico. Per me l’aspetto umano è importante in tutto quello che faccio. L’attestazione di affetto che mi è stata attribuita domenica sera è un qualcosa che rimarrà dentro di me per sempre e la accoppio alla mia prima gara vinta, da capo allenatore qui, la scorsa stagione con Venezia e che segnò la prima tappa della nostra risalita”.
Nel frattempo sono arrivate le parole di Peppe Sindoni, premiato con grande merito al termine della regular season come miglior direttore sportivo della massima serie. La consapevolezza di affrontare un colosso non è nulla di fronte alla spavalderia con cui la Betaland giocherà senza paura nelle due gare in programma al Forum: “Noi a Milano non andiamo in gita. Archie è in gruppo da lunedì e disponibile già da gara 1. Sarà necessario il turnover e credo che il posto disponibile se lo giocheranno Mario Ihring e Janis Berzins. Il fatto di avere la possibilità di tornare a ruotare 10 uomini, rispetto ai 7/8 delle ultime gare, ci aiuterà molto, come è stato domenica scorsa. Giocare in Europa è un obiettivo e lo faremmo volentieri. Solo di fronte alla Fiba Europe Cup ci penseremmo, poiché si tratta di torneo con trasferte massacranti e troppo lontane dalle capitali, che creerebbe grossi problemi di logistica. Ma ad Eurocup e Champions diremmo sì e lo faremmo con lo spirito di molte squadre balcaniche, a modo nostro”.