Orlando: "Dimissioni il 9 luglio"| Grasso: "Fatti, non lettere" - Live Sicilia

Orlando: “Dimissioni il 9 luglio”| Grasso: “Fatti, non lettere”

Leoluca Orlando risponde, sulle pagine del Corriere della Sera, all'articolo di Aldo Grasso che controreplica. E Vatinno scrive: "Una stramba legge siciliana".

BOTTA E RISPOSTA SUL CORSERA
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“Mi dimetterò da deputato il nove luglio, dopo aver giurato davanti al consiglio comunale. Firmerò subito una lettera di dimissioni che invierò al presidente Fini”. Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, parlando stamane con i giornalisti è tornato sul vivace botta e risposta avuto con Aldo Grasso sulle pagine del Corriere della Sera.

Una polemica non nuova, ma che è tornata d’attualità dopo l’articolo comparso ieri sulla prima pagina del quotidiano milanese. Articolo con cui Grasso ha chiesto a Orlando perché ancora non si sia dimesso dalla carica di deputato, dal momento che la legge stabilisce l’incompatibilità tra la carica di parlamentare e quella di primo cittadino. Una permanenza su due poltrone che, scrive il giornalista del Corriere, non si spiega con il cumulo di indennità ma con la volontà del sindaco siciliano di ritardare il più possibile l’ingresso a Montecitorio di Giuseppe Vatinno, ex dipietrista passato con Rutelli.

Vatinno che, anche ieri, è tornato a commentare la vicenda proprio sulle pagine di Livesicilia: “Leoluca Orlando è incompatibile da subito – scrive l’esponente di Api – e cioè da quel 21 maggio in cui è stato ‘proclamato’ sindaco (sentenza Corte Costituzionale del 2011). Quaranta giorni dopo sta ancora al suo posto adducendo che deve ‘giurare’ davanti al consiglio comunale che si riunirà (?) forse il 9 luglio. Naturalmente gioca su cavilli formali e legulei rispetto alla differenza secondo lui tra proclamazione e giuramento (che esiste solo per la stramba legge siciliana)”. Un intervento, quello del rutelliano, che è solo l’ennesimo atto di una guerra tra ex compagni di partito che si trascina ormai da settimane.

Oggi Orlando ha risposto a Grasso proprio sulle colonne del Corriere, così come anticipato da Livesicilia: “La legge a statuto speciale siciliana stabilisce essere il giuramento il momento conclusivo della procedura di elezione di un sindaco. La prima seduta utile per il giuramento è stata ritardata non per mia volontà, ma a causa del riconteggio. Per completezza è opportuno ricordare che la Giunta per le Elezioni della Camera mi ha comunicato che dovrò confermare la mia decisione entro il 13 luglio. Inoltre – continua Orlando – Grasso dimentica anche che rivesto, ancora per pochi giorni, la carica di presidente della Commissione Errori Sanitari della Camera e che, per il passaggio di consegne e il completamento di alcune relazioni d’inchiesta sul servizio sanitario nazionale e da ultimo sulle Regione Liguria, è occorso del tempo. Mi rendo conto che chiedere a Grasso e al candidato subentrante di avere pazienza fino al 9 luglio è forse troppo, e che molti dei problemi dell’Italia sono legati a questa data, ma ribadisco che voglio fare esclusivamente il sindaco di Palermo e che ci tengo a collocare il mio ‘sedere’, per usare un termine caro al suo collega, solo sulla poltrona di Palazzo delle Aquile, perché oltre il 73% dei palermitani mi ha chiesto questo”.

Lettera a cui Grasso ha risposto laconicamente: “Il valore di un sindaco si misura sempre alla prova dei fatti, non dal numero delle missive che invia”.


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