PALERMO – “L’incontro con la delegazione del Pd non si svolgerà più domani. E’ stato rimandato a lunedì. Due componenti della delegazione saranno impegnati a Roma per motivi legati alla fase congressuale del partito”. Parole del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, espresse a margine dell’incontro di oggi per la presentazione della lista “Uniti per Palermo” promossa dal gruppo Sicilia Futura di Totò Cardinale. Il riferimento è ad Antonio Rubino, il responsabile organizzativo del Pd, e alla deputata nazionale dem Teresa Piccione, entrambi da poco selezionati come componenti della Commissione nazionale per il congresso dei democratici.
Un incontro, anticipato da Livesicilia, che negli ultimi giorni ha infiammato le varie anime del Partito democratico cittadino. Argomento centrale anche dell’ultima direzione provinciale del Pd di due giorni fa. Alleanza o no con Orlando in vista delle prossime elezioni comunali, questo il tema sul piatto del Pd. Un ennesimo motivo di spaccatura che vede contrapposto proprio Rubino, legato all’assessore regionale Antonello Cracolici, e l’area che fa rifermento al deputato regionale Giuseppe Lupo, a cui è legata Piccione e che spinge per l’intesa col sindaco uscente. Sulla stessa lunghezza d’onda anche i renziani di Davide Faraone.
“Penso che sarebbe importante se la storia e il popolo del Pd mi sostenessero. Sarebbe bello trovare un accordo, ma sui simboli non cambio idea, il mio pensiero non cambia”. Nonostante i toni di Orlando nell’ultima settimana siano molto cambiati, la sostanza è sempre quella: niente simboli. “Come può vedere qui non ci sono simboli di partito – spiega il sindaco accanto a Cardinale –, ne è nato uno nuovo e che mi piace molto”. I giochi sono ancora aperti insomma e l’incontro della settimana prossimo sarà cruciale per decidere anche il destino del ‘professore’ alle prossime Amministrative.
Il destino è uno solo: a casaaaaaaaaa!
Il Barnum della politica italiana trova a Palermo la sua forma più spettacolarmente deludente. Se la ride il professore, ancora candidato sindaco non per sua prima scelta (ancora un mancato commissario europeo abbandonato alle lusinghe ?) dopo ben 32 anni dalla prima sindacatura. Se la ride perchè tutti si sono accucciati alla sua poltrona, da coloro che lo segnalavano come vecchio non più proponibile nei tempi in cui la rottamazione pareva, a sproposito, il vento dominante in Italia a quelli che, nella consueta tradizione politica, negli ultimi tempi si sono accodati al vagone del vincente con riflessione immediata.
Poi la questione dei simboli è solo fumo negli occhi perchè il sindaco uscente ha messo insieme tutto quello che un giorno nobilmente veniva indicato come arco costituzionale. Quindi tutti insieme falsamente allegri perchè costretti alla sopravvivenza, leggasi abbarbicamento alle posizioni di rendita, nella dimostrazione che non hanno personaggi da contrapporre al Sindaco per eccellenza, che si avvia ancor più della stanca tornata elettorale, alla acclamazione plebiscitaria stante i numeri in campo.
I Falsamente Allegri, ora adoranti il Professore, invero terrorizzati dallo spettro che si aggira (anche) a Palermo: i 5 Stelle.
Questo il vero collante che unisce la multiforme compagnia pro-orlandiana, la qualità dell’amministrazione e le tante necessità della martoriata città si vedranno in seguito dopo la distribuzione dei ruoli, operazione davvero difficile, anche per il navigatissimo sindaco,
stante gli evidenti tantissimi appetiti. Buona fortuna Palermo
Nun te regghe più…(scusate l’approssimazione)