Orlando torna a Palazzo delle Aquile| Ecco le tappe della campagna elettorale - Live Sicilia

Orlando torna a Palazzo delle Aquile| Ecco le tappe della campagna elettorale

Ecco le tappe della campagna elettorale che hanno riportato Leoluca Orlando a Palazzo delle Aquile.

Leoluca Orlando ha vinto. Anzi ha stravinto, facendo fuori i suoi dieci competitor in due round. Un ciclone, quello di Orlando, che si è abbattuto anche sulle altre liste e coalizioni: al primo turno il professore ha totalizzato 105.286 voti (il 47,42%) attestandosi al primo posto del podio. Il suo partito, Italia dei Valori, ha raccolto l’11%. Un divario che la dice tutta sul voto “personalizzato” di Orlando e sulla sua capacità di attrarre consensi in maniera trasversale. E al secondo turno la storia si è ripetuta: 158.010 voti – il 72,43% – contro i 60.139 di Fabrizio Ferrandelli che si è fermato al 27,57%.

Ma la vittoria del professore è maturata nel tempo, sebbene Orlando fosse già acclamato in via Ruggero Settimo durante la passeggiata con l’allora candidata alla primarie del centrosinistra Rita Borsellino. E il nome urlato non era certo quello di “Rita”. Intanto in tutte le lingue scongiurava qualunque ipotesi di candidatura diretta: “Il sindaco l’ho già fatto e non lo farò più. Devo dirlo in aramaico”?, rispondeva a chi chiedeva se avesse intenzione di candidarsi. Ma la storia è andata diversamente: Orlando non accetta l’esito delle primarie e la vittoria di Fabrizio Ferrandelli e scende in campo il 23 marzo. “Una candidatura necessaria. Le primarie sono state inquinate”.

A sostenere la sua candidatura Italia dei valori e Federazione della sinistra – Verdi. Il Pd è rimasto invece su Fabrizio Ferrandelli. Una scesa in campo che rimescola le carte, come si era già ben capito quando è stato accolto a gran voce e abbracciato dai dipendenti Amia a Palazzo delle Aquile durante uno sciopero. Uno sfidante che si rivelerà ingombrante per tutti. La sua è stata una compagna elettorale tutta fatta contro il governo Lombardo, contro Cammarata e fondata sul ricordo della primavera: “Leoluca il sindaco lo sa fare”.

Chiari i punti saldi del suo programma. L’amministrazione sarà l’unico interlocutore per il soddisfacimento dei propri bisogni e diritti. La macchina comunale sarà resa efficiente e trasparente nelle procedure e nel suo bilancio. La macchina amministrativa funzionerà secondo i valori di solidarietà e sviluppo armonioso. Previsto il riordino delle società società partecipate e il licenziamento dei fannulloni. “Se un impianto idraulico si rompe per colpa di un ragazzino, bisogna richiamare chi l’aveva progettato”. Questa la metafora che ha costituito il leitmotiv della campagna del professore.

Campagna non tanto tranquilla e fatta di botte e risposte con quello che un tempo era il suo allievo che lo ha definito un “cialtrone”. E poi la bagarre sul mancato confronto. “Non mi confronto con chi mi ha insultato”, rispondeva seccato Orlando. Eccezion fatta per quello organizzato da Addio Pizzo. Una stretta di mano tra i due.

Per la quarta e ultima volta sindaco: “Sarò l’ultimo sindaco di Palermo – ha detto durante la conferenza stampa all’indomani della sua elezione – visto che tra cinque anni avremo le aree metropolitane. Almeno entrerò nella storia”. “Non vedo l’ora di licenziare un dipendente comunale che non lavora – ha aggiunto Orlando – finirei sulla prima pagina del New York Times; se ne assumessi 4 finirei sulla quarta pagina della cronaca giudiziaria. Scelgo il New York Times” ha aggiunto. Non ci sono dubbi: ha saputo parlare al cuore e alla pancia dei palermitani che lo hanno scelto. Sembra essere tornata la Primavera. E “Ollando” torna a Palazzo, dalla porta principale.


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