Un camice da primario e si scatena la polemica. La nomina del responsabile del reparto di ematologia all’ospedale Cervello mette l’uno contro l’altro l’assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, ed il capogruppo dell’Udc all’Assemblea regionale siciliana, Rudy Maira.
Il botta e risposta è cominciato due giorni fa, tra i banchi dell’Assemblea regionale siciliana, ed è proseguito ieri, tra repliche e controrepliche, a colpi di comunicati stampa. Nel corso dell’ultima seduta d’aula, infatti, l’assessore Russo è stato chiamato a rispondere ad un’interrogazione parlamentare firmata proprio dal capogruppo dell’Udc.
Il documento parte da una premessa: a gennaio, dopo il pensionamento di Salvo Mirto, primario di ematologia dell’ospedale Cervello, il manager del nosocomio nomina un sostituto, con il quale viene sottoscritto un contratto di sei mesi, rinnovabile una sola volta. “Decisione – sostiene Maira – che rientra nell’autonomia e nella discrezionalità del direttore generale”. Prima della pubblicazione dell’atto di nomina, però, intervengono gli uffici di piazza Ottavio Ziino che chiedono di esaminare la documentazione relativa al caso. “La verifica si è conclusa con la revoca del contratto – afferma Russo – che non sarebbe stato conforme al contratto collettivo di lavoro e con il conseguente avvio di una nuova procedura”.
La spiegazione non ha chiarito i dubbi di Maira. “L’assessore alla Sanità ha inviato un’ispezione irregolare – commenta – attivando una procedura prima della pubblicazione di un atto che, in quel momento, era ancora interno”. Per l’assessore, invece, sono state seguite le regole. “I fatti sono chiarissimi – replica Russo – Dal 31 dicembre il reparto non aveva un direttore. Il direttore generale ha deciso la nuova nomina il 20 gennaio ma ha disposto che l’atto fosse retroattivo e, per di più, non ha proceduto alla comparazione dei curricula degli aventi diritto alla nomina. Avvalendomi delle prerogative ispettive, finalizzate ad assicurare ‘la rispondenza dei risultati dell’attività amministrativa e della gestione agli indirizzi impartiti’, previste in un parere espresso nel 2003 dall’Ufficio legislativo e legale della Regione, ho disposto l’acquisizione dell’atto, girato ai competenti uffici dell’ispettorato che hanno accertato l’irregolarità delle procedure. A quel punto il direttore generale è stato invitato a revocare l’atto e a procedere alla nomina secondo procedure corrette. Cosa puntualmente avvenuta”.
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