Villa Sofia, Tutino resta primario | Il Tar respinge i ricorsi - Live Sicilia

Villa Sofia, Tutino resta primario | Il Tar respinge i ricorsi

Il ricorso di due medici è inammissibile. Il Tar si dichiara incompetente e Tutino resta alla guida della Chirurgia plastica e Maxillo-facciale dell'ospedale palermitano. La battaglia legale potrebbe spostarsi davanti al giudice del Lavoro.

PALERMO – Il ricorso è inammissibile. Il Tar si dichiara incompetente e Matteo Tutino resta primario della Chirurgia plastica e Maxillo-facciale di Villa Sofia. La decisione è del 12 giugno scorso, ma la sentenza del collegio presiduto da Caterina Criscenti è stata depositata ieri. C’è da giurarci che la battaglia legale si sposterà davanti al giudice del lavoro cinsiderato dal Tribunale amministrativo il luogo naturale dove trattare la controversia.

Intanto sono stati respinti i ricorsi presentati dai medici Francesco Mazzola e Dario Sajeva contro la nomina di Tutino. Respinti perché, si legge nella motivazione, “difettano, ad avviso del collegio, gli elementi qualificanti della procedura concorsuale, in quanto la selezione è stata effettuata mediante la valutazione dei curricula e il colloquio sulla base dei requisiti di professionalità e capacità manageriali, senza alcuna comparazione tra i candidati e soprattutto difetta l’elemento più significativo della procedura concorsuale, non essendo stata formata alcuna graduatoria con relativa assegnazione dei punteggi e proclamazione dei vincitori”.

Questo vuol dire che il provvedimento finale è stato “adottato dal direttore generale in base alla capacità e ai poteri del datore di lavoro privato”. Ecco perché deve essere il giudice ordinario ad affrontare la questione.

Il Tribunale, dunque, non è entrato nel merito del tema fondamentale della controversia e cioè i titoli di Matteo Tutino. Secondo i ricorrenti, ancora loro risultati idonei, il vincitore avrebbe dovuto dimostrare di avere la specializzazione e gli anni di servizio in entrambe le discipline: Chirurgia plastica e Maxillo facciale. Una simultaneità di cui, sono loro stessi a sostenerlo, sarebbero in possesso i soli ricorrenti. Tutino, dal canto suo, si è sempre detto certo di avere tutte le carte in regola. Semmai altri e non lui difettavano dei titoli necessari. Sgombrando il campo anche dalle polemiche legate a una specializzazione conseguita negli Stati Uniti e non riconosciuta dal Ministero della Salute. Un titolo in più e irrilevante ai fini dell’idoneità: così l’ha dedefinita Tutino.

Il Tar, dunque, archivia un lungo scontro sulla nomina di Tutino, decisa dall’ex commissario dell’azienda ospedaliera Giacomo Sampieri, costretto a lasciare l’incarico dopo essere finito sotto inchiesta, assieme allo stesso Tutino. La Procura di Palermo ipotizza che in ospedale siano stati eseguiti interventi di chirurgia estetica non autorizzati. “Ipotesi fantasiose”, secondo gli indagati. Ma questa è un’altra storia.


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