Palermo, 16enne cade da tettoia: "Qui tutti ti aspettano" - Live Sicilia

Caduto dalla tettoia, Guadagna col fiato sospeso per Vincenzo

Un quartiere unito nell'angoscia e nella speranza per il 16enne che è in gravi condizioni. "Forza, ti aspettiamo"

E’ un quartiere sotto choc quello della Guadagna a Palermo. Un ragazzo di soli 16 anni, conosciuto da tutti e definito “dolce e con tanta voglia di vivere”, è ricoverato in condizioni critiche al Civico, dopo essere precipitato da una tettoia. Un volo di 10 metri che gli è costato un gravissimo trauma cranico, e fratture in varie parti, rendendo necessario il trasporto d’urgenza in ospedale.

La dinamica dell’incidente

Vincenzo R. è in coma farmacologico e viene tenuto sotto stretta osservazione. La prognosi è riservata. Adesso amici, parenti e compagni di scuola, si affidano alle preghiere, in attesa di qualche notizia che possa far tirare un sospiro di sollievo. Una speranza a cui si appigliano i genitori e la sorella, che dal tardo pomeriggio di ieri vivono un incubo: il 16enne, in base a quanto ricostruito dopo l’incidente, era salito sulla tettoia di un vecchio immobile di via Emanuele Paternò insieme ad alcuni amici. La base non avrebbe dunque retto il peso, provocando la violentissima caduta. Sono stati i suoi coetanei a lanciare l’allarme e a permettere l’arrivo dei sanitari del 118. Poi, dal pronto soccorso del Civico, i medici hanno avvisato la polizia.

“Vogliamo rivedere i tuoi occhi”

Da quel momento in poi la notizia è giunta a tutti coloro che ben conoscono la famiglia di Vincenzo e, anche tramite i social, sono centinaia i messaggi di incoraggiamento per i genitori. “Forza, vostro figlio è forte, ce la farà!”. “Preghiamo tutti per lui, questa storia non può finire così”. Poi le parole al ragazzo: “Vincenzo non mollare, sei una roccia”. “Ti siamo vicino, ti diamo tutta la forza del mondo per farti risvegliare, coraggio”. Anche i compagni di scuola non si sono fatti attendere: “Ti aspettiamo in classe, ti aspettiamo tra le nostre braccia”, scrivono. Un quartiere unito nell’angoscia, ma anche nella speranza: “Qui ti aspettiamo tutti. La Guadagna è una famiglia, lo sai. Siamo con te, non mollare, fai vedere chi sei. Devi lasciare quell’ospedale al più presto e tonare a casa. Vogliamo rivedere i tuoi occhi”.


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