Palermo, accordo sulla commissione Bilancio: resta anche Forello

Palermo, accordo sulla commissione Bilancio: resta anche Forello

Maggioranza e opposizioni trovano la quadra, Milazzo confermato presidente

PALERMO – Abbiamo scherzato, o quasi. Dopo tre settimane di litigi e pareri legali, il consiglio comunale di Palermo trova l’accordo sulla commissione Bilancio: i rappresentanti delle minoranze si dimetteranno e così si potrà ricostituire l’organismo che, per la quasi totalità, sarà formato dagli stessi consiglieri, incluso Ugo Forello. Una soluzione politica arrivata sul filo di lana e che consente al centrodestra di uscire dal vicolo cieco in cui si era involontariamente infilato: lo stallo sulla commissione rischiava infatti di mettere in difficoltà l’amministrazione guidata da Roberto Lagalla sul rendiconto 2022 che a breve arriverà in Aula.

L’accordo in capigruppo sulla commissione

L’ufficio di Presidenza, riunitosi con la segreteria generale, ha preso atto del parere dell’avvocatura secondo cui, per garantire la continuità amministrativa, sarebbe stato possibile riunire la commissione per gli atti urgenti, a patto che qualcuno dichiarasse tale il rendiconto, sancendo anche la necessità di ricostituire l’organismo. Una posizione che comunque non dissipava tutti i dubbi e che, in conferenza dei capigruppo, stava per portare a un nuovo stallo.

La proposta che ha messo tutti d’accordo è venuta da Dario Chinnici, capogruppo della lista del sindaco: per evitare la guerra di pareri giuridici e il rischio di soluzioni tampone che avrebbero comunque lasciata aperta la questione, meglio far dimettere tutti (quindi anche gli esponenti delle opposizioni) e ricostituire la commissione, anche con gli stessi nomi. Una soluzione su cui i partiti si sono confrontati e che alla fine ha trovato l’accordo sia della maggioranza che delle minoranze.

Centrodestra, sul Bilancio una vittoria a metà

Le dimissioni di Ugo Forello, Carmelo Miceli e Mariangela Di Gangi saranno formalizzate a breve; a quel punto la Presidenza ne prenderà atto e, con ogni probabilità giovedì, chiederà ai partiti di indicare i nuovi nomi. Nel centrodestra pare sicura la conferma di Giuseppe Milazzo (Fdi) come presidente, oltre a Domenico Bonanno (Nuova Dc) e Gianluca Inzerillo (Fi), mentre Salvo Di Maggio, nel frattempo transitato dalla Lega ai cuffariani, dovrebbe lasciare il posto a un esponente di Lavoriamo per Palermo (con molta probabilità Chinnici). Una soluzione che alla fine cava il centrodestra dagli impicci, ma che rappresenta una vittoria a metà: la commissione è sì decaduta, ma Forello comunque vi rimarrà nonostante l’obiettivo principale fosse la sua esclusione.

Le opposizioni tornano unite

Nell’altra metà del campo, invece, si deve registrare un passaggio di non poco conto. Le minoranze si sono infatti riunite e hanno deciso di confermare gli uscenti, ossia Forello, Miceli e Di Gangi, con Pd, M5s e Azione che hanno rinunciato a qualsiasi pretesa sui due posti che una spartizione su base rigorosamente proporzionale avrebbe potuto offrire, nonostante qualche ora prima Fabrizio Ferrandelli avesse chiesto l’opposto. Non è ancora chiaro se Forello resterà vicepresidente, ma comunque per il capogruppo di Oso si tratta di una bella rivincita visto che ha evitato il siluramento.

“La vera notizia è che le opposizioni sono tornate allo stesso tavolo”, dice uno dei partecipanti a margine dell’incontro che ha sancito l’accordo. Già, perché negli ultimi mesi la frattura fra il centrosinistra e il gruppo Oso si era fatta evidente specie nel voto diverso su alcuni atti e la questione della commissione aveva creato un clima di accuse e diffidenza. Le minoranze invece oggi ritrovano una compattezza che potrebbe ripetersi anche sulle prossime delibere, creando un problema in più alla maggioranza.


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