Palermo, pestaggio brutale con tirapugni: sgominata baby gang

Palermo, baby gang e pestaggi in centro: “Scanniamoli”

Appuntamento in chat. Cinque minorenni finiscono in comunità

PALERMO – Cinque minorenni finiscono in comunità. Smascherati da una chat. Sarebbero i componenti più violenti del branco che lo scorso dicembre aggredì quattro ragazzi di poco più grandi di loro in via Candelai. Li colpirono con dei tirapugni. Una delle vittime finì in ospedale con la mandibola fratturata e un trauma cranico: 40 giorni di prognosi. Lo hanno operato per applicargli una protesi al titanio al posto delle ossa facciali.

L’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal giudice per le indagini preliminari su richiesta della Procura della Repubblica per i minorenni, è stata eseguita dalla polizia. I cinque indagati, tutti italiani, sono accusati di lesioni aggravate in concorso. Hanno fra i 15 i i 17 anni. Vivono nei rioni Brancaccio, Cruillas e Villaggio Santa Rosalia.

Il provvedimento eseguito dai poliziotti della squadra mobile nasce dall’intervento dei “Falchi” lo scorso dicembre nel cuore del centro storico, tra via Maqueda e via Candelai. Analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza sono stati individuati in 15, di cui due maggiorenni già deferiti alla Procura. I riscontri sono arrivati dall’analisi dei tabulati telefonici e dai profili social. Le vittime infine hanno riconosciuto in fotografia gli autori del pestaggio scatenato da futili motivi.

Una violenza cieca quella del branco. Che accerchia dei coetanei e li massacra a botte. Si divertivano così nelle notti di Palermo. Si davano appuntamento in chat, una delle quali era chiamata “41 bis”. Si raccomandavano di portare “la cazzottiera per scannare a quattro”.

Le parole del questore

Ci sono altri 8 minorenni indagati, le cui abitazioni sono state perquisite. “Il branco di 15 persone è stato identificato e assicurato alla giustizia – spiega il questore Leopoldo Laricchia – 13 sono minorenni, adusi purtroppo alla violenza come unica modalità espressiva. Una violenza feroce, priva di freni, apparentemente immotivata; in realtà la motivazione che nasconde è più preoccupante perché si alimenta dall’istinto di sopraffazione del prossimo, fino ad annullarlo. Le lesioni prodotte alle vittime sono gravissime. E tutto in nemmeno due minuti”.

“Neanche il tempo di avvisare le forze di polizia, figuriamoci di intervenire in flagranza – aggiunge -. Le attività investigative subito avviate e condotte dalla Questura hanno consentito di ricostruire tutti gli aspetti dell’episodio e tutte le persone coinvolte, naturalmente nei tempi indispensabili per un’indagine che possa supportare provvedimenti ben motivati dell’Autorità Giudiziaria. Ora gli atti verranno esaminati sotto il profilo della pubblica sicurezza per valutare l’emissione di ulteriori provvedimenti inibitori previsti dalla legge”.


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