Palermo, “firme dei giudici copiate”: amministratore a processo

“Firme dei giudici copiate”: amministratore sotto processo

Così avrebbe giustificato una consulenza da 370 mila euro
RINVIO A GIUDIZIO
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PALERMO – Avrebbe falsificato un documento consegnato in Tribunale per giustificare le spese “sostenute illegittimamente” durante la sua amministrazione giudiziaria. Andrea Modica De Mohac è stato rinviato a giudizio.

Il giudice per l’udienza preliminare Ermelinda Marfia ha accolto la richiesta del procuratore aggiunto Ennio Petrigni e del sostituto Giorgia Spiri. Il processo inizierà il prossimo aprile.

La falsificazione contestata riguarda l’autorizzazione del giudice delegato a conferire un incarico da 371 mila euro ad un professionista. L’inchiesta, di cui aveva dato notizia Livesicilia, inizialmente aperta nel 2017 dalla Procura di Caltanissetta è stata trasmessa a Palermo per competenza territoriale.

La vicenda ruota attorno alla gestione della “Tosa Costruzioni” che fu prima sequestrata e poi confiscata. De Mohac ne è stato amministratore giudiziario e poi liquidatore.

In un processo civile collegato saltò fuori la presunta falsificazione della richiesta di liquidazione in favore di un parente del fratello di Modica De Mohac. “L’incarico non risulta autorizzato dall’autorità giudiziaria competente”, scriveva il giudice civile.

O meglio, agli atti c’era il via liberta di Cesare Vincenti, ex presidente della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, tragicamente scomparso. L’autorizzazione relativa all’incarico per cinque anni di “responsabile sviluppo reti” risultava firmata da Vincenti il 3 marzo 2007. Nell’istanza, però, si faceva riferimento alle competenze che il professionista aveva acquisito lavorando per la Tosa tra il 1999 e il 2011.

Come faceva De Mohac a parlare di qualcosa che sarebbero accaduto 5 anni dopo? L’Agenzia dei beni confiscati, sotto la cui gestione era transitata l’impresa, ha denunciato De Mohac. I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo hanno raccolto la denuncia dell’amministratore giudiziario che gli era subentrato e che nel 2019 ha fatto eseguire una consulenza grafologica: firme e timbri sarebbero stati falsificati. Per la precisione, ritagliati da altri documenti originali e apposti sulla nuova istanza.

Modica De Mohac, tramite il suo legale, l’avvocato Valeria Minà, si definisce “estraneo ad ogni ipotesi di eventuale falsificazione e certo di poterlo dimostrare nel corso del processo”.


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