Palermo, “firma del giudice falsa”: amministratore giudiziario a processo

‘Firma del giudice falsa’: processo per un amministratore giudiziario

Chiesto il rinvio a giudizio. Il caso sollevato dall'agenzia nazionale per i beni confiscati

PALERMO – Avrebbe falsificato un documento consegnato in Tribunale per giustificare le spese “sostenute illegittimamente” durante la sua amministrazione giudiziaria. Il procuratore aggiunto Ennio Petrigni e il sostituto Giorgia Spiri hanno chiesto il rinvio a giudizio di Andrea Modica De Mohac. L’udienza preliminare è fissata per il prossimo 4 ottobre davanti al giudice Ermelinda Marfia.

Incarico da 371 mila euro

La falsificazione contestata riguarda l’autorizzazione del giudice delegato a conferire un incarico da 371 mila euro ad un professionista. L’inchiesta, di cui aveva dato notizia Livesicilia, inizialmente aperta dalla Procura di Caltanissetta è stata trasmessa a Palermo per competenza territoriale.

Indagine sull’amministratore a lungo ferma

Un’indagine rimasta a lungo ferma. L’inizio è del 2017, due anni dopo fu notificato un avviso di proroga delle indagini. Poi, il silenzio. Un anno e mezzo fa la storia salta fuori dal dimenticatoio quando il giudice del Tribunale civile di Palermo condanna in primo grado Modica De Mohac a risarcire i danni all’impresa “Tosa Costruzioni”, che fu prima sequestrata e poi confiscata. De Mohac ne è stato amministratore giudiziario e poi liquidatore.

Il processo civile

Ed è in questo processo che si parla della falsificazione che riguardava la liquidazione di una parcella ad un parente del fratello di Modica De Mohac. “L’incarico non risulta autorizzato dall’autorità giudiziaria competente”, scriveva il giudice.

In realtà un documento c’era ed era a firma del giudice Cesare Vincenti, ex presidente della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, tragicamente scomparso. Lo stesso Modica De Mohac, però, decise alla fine di non avvalersi del documento in sede civile.

Perché? Perché nel frattempo l’Agenzia dei beni confiscati, sotto la cui gestione era transitata l’impresa, lo aveva denunciato. I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo hanno raccolto la denuncia dell’amministratore giudiziario subentrato a Modica De Mohac.

Quella data sospetta

L’autorizzazione relativa all’incarico per cinque anni di “responsabile sviluppo reti” risultava firmata da Vincenti il 3 marzo 2007. Nell’istanza si faceva riferimento alle competenze che il professionista aveva acquisito nella gestione per conto della Tosa, tra il 1999 e il 2011.

Strano, visto che l’istanza era stata presentata nel 2006. Come faceva De Mohac a parlare di qualcosa che sarebbero accaduto 5 anni dopo? E cioè delle competenze acquisite dal consulente lavorando per la società confiscata ai fratelli Cavallotti di Belmonte Mezzagno. Si tratta della Comest, poi acquistata dalla Tosa, subentrata nella gestione delle reti del gas nei comuni di Sciara, Chiaramonte Gulfi, Acate, Floresta, Tortorici e Santa Lucia del Mela.

La perizia

La nuova amministrazione giudiziaria nel 2019 ha fatto eseguire una consulenza grafologica: firme e timbri sarebbero stati falsificati. Per la precisione, ritagliati da altri documenti originali e apposti sulla nuova istanza.

Modica De Mohac, tramite i suoi legali, quando Livesicilia sollevò il caso, replicò definendosi “estraneo ad ogni ipotesi di sua eventuale falsificazione. E’ evidente che se fossi stato al corrente che il documento potesse essere ritenuto falso non lo avrei prodotto in giudizio in quanto tale situazione sarebbe potuto emergere in qualsiasi momento”


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