Palermo, "annacati"! - Live Sicilia

Palermo, “annacati”!

Venire da una realtà che ha conosciuto bene il terremoto, quello serio. E trovarsi a Palermo in un fatidico venerdì 13.
Speciale terremoto
di
2 min di lettura

Prima un tremolio di vetri, ma troppo forte per essere un temporale. Poi le oscillazioni sempre più acute. Resti lì a pensare che l’unica cosa da fare è restare fermo e aspettare. Stranamente, nessuna paura, ma, come ogni volta, una bizzarra sensazione. Uno straniamento, forse l’unico vero momento in cui mi sento aliena in una città che mi ha sempre ospitato e fatto da mamma. E guardo tutto con un cannocchiale, con la giusta distanza. O forse no, ma questo dovrebbero dirmelo i palermitani.

Non è il primo terremoto che vivo. Ero già qui nel 2002, e qualche altra piccola scossetta, nel corso di questi dieci anni, l’abbiamo pure avuta. Come se la terra e il mare, di tanto in tanto, volessero ricordare a Palermo di “darsi una mossa”. Una specie di lieve “Annacati!”, ma suggerito in maniera più esplicita. Ho detto lieve, sì. Non mi sono sbagliata. Perché per quelli come me, che con l’idea del terremoto ci sono nati, questi momenti sono quasi normali. A Messina, la parola te la spiegano quando sei piccolo. E se per caso non l’avessi compresa bene, ti verrà rispiegata appena chiederai ai tuoi genitori perché i palazzi sono tutti bassi e perché le strade principali sono così larghe. E, giusto per fugare gli ultimi dubbi, appena metti piede a scuola, di tanto in tanto si fa festa con le prove di evacuazione terremoto, così che fin da bambino, a questi movimenti sussultori cominci quasi a voler bene, visto il numero di giorni di “calia” che ti regalano in quegli anni in cui sui banchi proprio non ci vuoi stare!

Gli anziani, poi, ti insegnano pure come fare a riconoscere le scosse, anche quelle più lievi, che normalmente è difficile percepire. Il segreto è nell’acqua, tramanda ancora mia madre. L’acqua, quando la terra trema, non scende dalla canna perpendicolare al suolo. Sono cresciuta in questa maniera, quindi, vivendo il terremoto con curiosità, con la falsa idea o illusione che, se lo conosci bene, questo mostro della natura, ci puoi quasi parlare, entrare in confidenza.

Così, anche venerdì sono rimasta a guardare la gente, i “palermitani”, che scendevano in strada, che si confondevano, e che, in definitiva, finivano per compiere proprio tutte quelle azioni che sono fortemente sconsigliate in questi casi: prendere ascensori, scale, scendere in strade che sono troppo strette per proteggerti dai cornicioni pericolanti. E’ strano vedere come, in determinate circostanze, il genere umano, per troppa apprensione, tenda a correre a braccia aperte verso il pericolo, piuttosto che evitarlo. Permettete allora che mi sfugga un sorriso: almeno su questo, sul terremoto, a noi messinesi lasciateci fare un po’ i saputelli, e perché no?, lasciateci essere un po’ snob!


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI