Il notaio "chiese aiuto" ai boss: "Il signore vuole isati i manu"

Il notaio “chiese aiuto” ai boss: “Il signore vuole isati i manu”

Il retroscena del blitz che ha colpito il mandamento di Resuttana
PALERMO - IL BLITZ
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PALERMO – Settembre 2020. “Tu hai le chiavi, tu sei Sergio Tripodo”, diceva il notaio a Michelangelo Messina che gli aveva chiesto la possibilità di fare visitare un immobile ad alcuni compratori. Lui e uno degli arrestati per mafia nel blitz di oggi erano la stessa cosa. Il 6 novembre successivo Sergio Giannusa, luogotenente del capomafia di Resuttana Salvo Genova, si recava al Borgo Vecchio per incontrare il mafioso Michele Siragusa. Vide il figlio di quest’ultimo e gli fece sapere che un amico, il notaio, non riusciva ad entrare in possesso di quattro immobili comprati in via Alaimo da Lentini, nella zona di via Montalbo. Gli inquilini facevano ostruzionismo, nonostante fosse stato emesso un provvedimento di sfratto.

Secondo la Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Tripodo, finito ai domiciliari, avrebbe chiesto aiuto a Michelangelo Messina, Sergio Giannusa, Mario Muratore e Michele Siragusa. L’episodio viene ricostruito nel blitz che nella notte ha colpito il mandamento di Resuttana.

Messina aveva provato a farsi valere: “Quello è andato là… a uno gli ha detto vedi che io ti butto da qua sopra dice te ne devi andare – spiegava Gennuso – gli ho detto Michele, sbrighiamoci questa cosa, dice addirittura uno la vuole venduta”. Qualche giorno dopo ci provò Gennusa in prima persona assieme a Messina: “Qua c’è una sentenza del tribunale, del 2017, che si dovevano liberare tutti gli appartamenti… carissimo amico, lei si innervosisce, io lo capisco, noi siamo qua bonariamente se lei al posto di agitarsi e fare tante situazioni…”.

Messina rincarava la dose: “Chi è che ha comprato la palazzina, è come se fossi io… se l’è comprata mio compare è come se fossi io”. L’inquilino diceva: “Ma io sono nato in questa casa”. E Giannusa tagliava corto: “… noialtri non siamo di quelli cani selvaggi, noialtri le persone le aiutiamo quando si comportano bene, noialtri le persone le aiutiamo. Perché siamo stati sempre così”.

Ancora l’inquilino: “Io penso che doveva venire la legge… ve ne dovete andare di qua”, riferendosi allo sfratto. Poi raccontava che in passato si erano fatte avanti altre persone: “Una volta vedevo una persona, una volta veniva un’altra una volta ci minacciavano, una volta ci voleva buttare fuori… Vengano i carabinieri a buttarci fuori, io penso che non dovevate venire voi”. Messina si rammaricava della scelta del notaio: “… gliel’ho detto io a mio compare lasciala perdere la legge con le persone ci si parla, non c’è di bisogno della legge”.

Giannusa alzando il tono della voce invitava l’inquilino a rassegnarsi”: Si metta d’accordo, parli con lui, si metta d’accordo! Che vuole fare?… io gliela posso pagare a lei fra vent’anni, ci sediamo, scriviamo e vediamo come la deve pagare ma lei si deve… si deve rendere conto che lei sta forzando una cosa… perché le spiego, c’è una sentenza del Tribunale”. Mario Muratore, invece, era meno diplomatico: “Il signore vuole isati i manu hai capito?”.


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