PALERMO – L’arresto del giovane estorsore gettò nel panico il clan mafioso di Palermo centro. Nel marzo 2021 Riccardo Meli, nipote trentunenne del boss Tommaso Lo Presti, fu bloccato mentre riscuoteva il pizzo dal titolare di un’impresa edile che gestiva un cantiere alla Vucciria. L’imprenditore diede appuntamento al giovane. Era una trappola orchestrata con i finanzieri con tanto di banconote contrassegnate per certificare la dazione di denaro.
“Il nipote del lungo”
Il giorno dopo Gaetano Badalamenti, Alessandro Cutrona e Calogero Leandro Naso – tutti e tre arrestati nel blitz dei carabinieri dello scorso dicembre – si diedero appuntamento nel negozio di frutta e verdura che Naso gestiva in via Pietro Amodei. “Hanno arrestato il nipote del lungo (si tratta del soprannome di Tommaso Lo Presti, ndr)… che gli è andato a domandare i soldi in un cantiere alla Vucciria”. “Stai attento a non dare confidenza a nessuno”, suggeriva Badalamenti a Cutrona.
Riecco lo scintillone
Quest’ultimo nelle intercettazioni manifestava il suo disappunto per non essere stato informato. Rivendicava la sua autorità anche di fronte al parente di un capomafia. Azzardava un paragone, anche un un personaggio con lo spessore mafioso di Antonino Lauricella doveva chiedergli il permesso: “… prendi Nino u scintillone… l’ha capito come che prima che fa una cosa, dopo 50 anni di carcere, prima che fa una cosa ci vado io e gli devo dire che si deve stare fermo”. Lauricella è uno degli scarcerati per fine pena della mafia di Porta Nuova.
“Lo hanno arrestato alla Vucciria”
Badalamenti aveva rimproverato Cutrona: “Mi ha fatto il bordello, mi ha fatto diventare dello stesso colore della mascherina”. Cutrona si giustificò, aveva il Covid: “Dice ‘ieri a chi hanno arrestato alla Vucciria… ho detto fermati non so niente io avevo il Covid io non c’entro niente”.
Le intercettazioni svelano nuovi particolari su Lauricella. Muovendosi rischiava di fare danno a se stesso agli altri. Francesco Mulè, anziano boss arrestato di recente con l’accusa di essersi ripreso il bastone del comando, consigliava di stargli alla larga: “… qua vedi che è pieno di telecamere e non fare movimenti, qua e per ora stai attento perché a quello lo conoscono come settebello, u scintilluni”. Scintillpne andava messo in ruga: “Digli che la smettete se non ci vado io”.