Palermo, "fondo cassa personale" con i soldi dell'Ast: condannato

Palermo, “fondo cassa personale” con i soldi dell’Ast: condannato

Sotto processo per peculato il commissario liquidatore di una società collegata

PALERMO – “A specifica richiesta, Trovato non era stato in grado di dare congrue spiegazioni in ordine a come avesse impiegato tale rilevante importo”. Così scriveva la Procura della Repubblica nell’atto di accusa contro Giovanni Trovato, ex commissario liquidatore di Ast Sistemi.

Il giudice per l’udienza preliminare Cristina Lo Bue lo ha condannato a 4 anni e 8 mesi in abbreviato, dunque con lo scontro di un terzio della pena. L’accusa era peculato.

Ast Sistemi era una controllata di Ast Spa, la società dei trasporti in house della Regione siciliana. A denunciare Trovato era stato l’ex presidente di Ast, Gaetano Tafuri, finito sotto inchiesta nelle scorse settimana e che nel corso dell’interrogatorio ha rivendicato il suo lavoro per risanare i conti della società.

L’inchiesta dei finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo, coordinata dal pubblico ministero Andrea Fusco, trovò un buco da milione e trecento mila euro nei conti della controllata da Ast. Erano i soldi incassati dalla società dopo avere vinto un contenzioso contro la Protezione civile.

Saltò fuori che l’ex liquidatore si sarebbe indebitamente appropriato di circa 117 mila euro maggiorando le spese di trasferta, vitto e alloggio per raggiungere la sede della società a Palermo dal suo luogo di residenza, Catania. In 120 occasioni Trovato avrebbe attestato di essersi recato nel capoluogo siciliano quando invece si trovava altrove.

Il liquidatoredi Ast Sistemi si era dimesso nell’ottobre del 2018. Pochi giorni dopo, il 9 novembre, restituì con un assegno circolare emesso dal conto corrente della moglie, 29.966. Erano stati il suo fondo cassa personale. da lui fino a quel momento detenuti come fondo cassa personale.

Trovato dovrà anche risarcire la società, assistita dell’avvocato Marco Lo Giudice.


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