PALERMO – È finito sotto processo per riciclaggio. Ha rischiato grosso, ma è stato assolto. Non aveva idea che la Y10 venduta a una donna fosse un’auto fantasma, passata per le mani di quattro proprietari e cancellata dai registri.
Il titolare di una concessionaria è stato assolto per non avere commesso il fatto. La sua disavventura inizia quando mette in vendita una Lancia. L’auto è stata immatricolata in Belgio. Ha tutti i documenti in regola, almeno così sembra. Ad occuparsi della nazionalizzazione della vettura è un’agenzia di disbrigo pratiche. L’affare si chiude con fattura e bonifico eseguito dall’acquirente.
Un anno dopo un’altra donna contatta l’agenzia. Vive a Bruxelles e quando ha provato a revisionare il veicolo le hanno detto che era stato cancellato dai registri. Cosa è successo? La macchina era stata immatricolata, venduta e rivenduta più volte, i numeri del telaio clonati. Ad un certo punto è avvenuta la cancellazione.
Il titolare dell’agenzia spiega che al momento di fare le pratiche era emerso un alert nel sistema e così aveva deciso di cancellare i dati e inserirli di nuovo. Insomma, la storia della macchina era tutt’altro che trasparente. Puzzava di truffa. E l’imputato? In totale buona fede, ha spiegato il legale della difesa, l’avvocato Stefano Santoro. Il giudice per l’udienza preliminare Stefania Brambille gli ha creduto. L’imputato non aveva giocato sporco ed è stato assolta per non avere commesso il fatto. La stessa Procura aveva chiesto l’assoluzione.