Palermo, bimbi da salvare: i figli degli spacciatori restano a casa

I bimbi delle famiglie che spacciano droga restano a casa

Il conteggio dei soldi della droga davanti ai figli
La decisione del Tribunale per i minorenni di Palermo sui casi emersi nel rione Sperone

PALERMO – L’ultimo procedimento ad essere stato archiviato, il 14 giugno scorso, riguardava tre bambini del rione Sperone di Palermo. Il più piccolo ha un anno, il più grande deve compierne sei. Il Tribunale per i minorenni, presieduto da Alessandra Puglisi, ha stabilito che i bimbi devono restare a casa nonostante i genitori siano stati entrambi arrestati in un blitz antidroga.

Siamo di fronte ad un caso limite perché anche i nonni erano rimasti coinvolti nell’operazione. A prendersi cura dei piccoli è stata la zia. Infine alla mamma sono stati concessi gli arresti domiciliari. La Procura per i minorenni aveva inizialmente chiesto che i bambini venissero affidati ad un comunità con il divieto di visita e avvicinamento dei parenti. Troppi e gravi i fatti emersi per non interromperli: la droga divisa in dosi in cucina e nascosta nelle camerette fra i giocattoli, crack e cocaina venduti sotto gli occhi dei bambini neppure più sorpresi di ciò che stesse accadendo. L’estrema ratio del procedimento prevedeva la perdita della potestà genitoriale.

Si è scelta una strada diversa per tentare di bonificare l’ambiente familiare. I minorenni sono stati seguiti e monitorati per mesi dal Gruppo Interistituzionale Tutela Minori, che deve valutare le condizioni di vita dei bambini segnalati dall’autorità giudiziaria. Alla fine si è deciso, su richiesta della stessa Procura, di archiviare il procedimento. I bambini restano a casa, ma i servizi sociali dovranno vigilare e inserire il nucleo familiare in un percorso di legalità.

“Dalle verifiche emergeva che i minori apparivano ben curati e seguiti in maniera adeguata dalla madre, che quest’ultime era stata sempre disponibile con il servizio – si legge nel provvedimento – e che si era trasferita dalla propria madre per allontanarsi dall’ambiente dell’illegalità e che non emergevano elementi di pregiudizio a carico dei minori”. Una svolta in positivo. Almeno così si presenta. Speriamo che sia duratura.

Il Tribunale avrebbe potuto accogliere la richiesta in via d’urgenza di trasferire i minorenni in comunità ed invece ha deciso di avviare il procedimento nel contraddittorio tra le parti. C’è stato un vero e proprio processo per una decina di minorenni. L’esito è stato uguale per tutti. Si tratta di un tema parecchio divisivo. Secondo il parroco dello Sperone sarebbe stato sbagliato portare via i bambini dal contesto familiare. Nel frattempo la cronaca registra, giorno dopo giorno, vicende in cui i bambini ingeriscono la droga scambiata per caramelle di fronte a genitori incapaci di prendersi cura dei figli.


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