PALERMO – Il 2020 si preannuncia cruciale per i lavori in corso nel capoluogo siciliano, con in programma non solo l’avvio di alcune tappe importanti ma anche la consegna di opere che dovrebbero finalmente essere realizzate. Ma il condizionale è d’obbligo, perché le scadenze sui cronoprogrammi stridono coi primissimi fatti dell’anno: alcuni cantieri sono al palo, altri potrebbero tornare nelle ‘sabbie mobili’. Così i sindacati sono già al lavoro sugli aspetti che non quadrano, e suonano la sveglia per riavviare i lavori che rischiano di rimanere bloccati nel passato.
Come nel caso del collettore fognario, opera per cui è chiuso l’incrocio tra via Roma e via Emerico Amari: la Fillea Cgil denuncia che da tempo non si vedono operai o ruspe nel cantiere. “Secondo il Comune, che è il committente, l’opera sta andando avanti – dice il segretario generale di Palermo, Piero Ceraulo –, ma quando la Sikelia (la ditta originariamente incaricata, ndr) ha presentato richiesta per il concordato preventivo, a metà 2019, sono stati licenziati gli ultimi 15 operai e da allora non è stato avviato al lavoro nessuno. La nostra preoccupazione – continua – è che a breve assisteremo alla convergenza delle due aree di cantiere su via Roma, tra il collettore fognario e l’anello ferroviario”. Il segretario fa presente che i lavori sul tratto dell’anello fra via Roma e via Amari dovrebbero essere conclusi prima di Pasqua, “ma, se non si riparte con i lavori del collettore fognario, via Roma continuerà a essere impraticabile”. La sigla ha ‘inaugurato’ il 2020 con una nota inviata all’assessore alle Opere pubbliche Maria Prestigiacomo e al responsabile unico del procedimento Giuseppe Vicari, chiedendo un incontro urgente col Comune. Sui tempi Ceraulo ha le idee chiare, e avvisa: “Entro il 2020 l’opera deve essere finita”.
Il coinvolgimento dell’anello ferroviario è un rischio da evitare, dato che il 2020 dovrebbe essere l’anno di una nuova svolta: nei prossimi mesi infatti dovrebbero essere realizzate le stazioni, prima quella di viale Lazio e poi quella nella zona del teatro Politeama. Le nuove tappe erano state rese note lo scorso novembre dalla ditta incaricata D’Agostino costruzioni, in occasione del primo incontro con Ceraulo, il segretario generale Filca Cisl Palermo-Trapani Francesco Danese e Ignazio Baudo per la Feneal Uil tirrenica. Anche se la consegna dell’opera è fissata per giugno 2021, per i sindacalisti quello appena iniziato rimane un anno fondamentale: la fase di costruzione delle stazioni “chiaramente determinerà un aumento della forza lavoro – fanno presente –. Man mano che si definiranno le fasi lavorative verrà assorbito nuovo personale che, dalle dichiarazioni dell’impresa, verrà attinto dal territorio palermitano”. Insomma, dopo il complicato subentro del gruppo D’Agostino, che ha ereditato le difficoltà della Tecnis, uno stop dei lavori a causa dei rallentamenti del collettore non può figurare sulla lista degli imprevisti.
Chi inizia il 2020 come ha chiuso il 2019 – e cioè nella totale incertezza – sono i 14 operai della Idrogeo srl, senza stipendio da oltre tre mesi, e quelli della contraente principale Toto Costruzioni. Idrogeo, incaricata da Toto, è impegnata nei lavori per il raddoppio della tratta ferroviaria Ogliastrillo-Castelbuono sulla linea Palermo-Messina. Il cantiere targato Rfi fa parte di un’opera da circa 500 milioni di euro complessivi ed era partito giusto pochi mesi fa, ma un contenzioso in atto fra la Toto e la stazione appaltante sta creando non pochi intoppi: con una comunicazione telefonica ai sindacati degli edili, la ditta ha annunciato che il 7 gennaio non riprenderà le attività. “Non è giustificabile e neanche ammissibile che un cantiere appena partito, che avrebbe dovuto dare risposte al sistema delle infrastrutture nell’Isola, si fermi sul nascere ai primi intoppi – dicono Ceraulo, il segretario generale Feneal Uil tirrenica Pasquale De Vardo e il segretario generale Cisl Palermo-Trapani Francesco Danese –. Si tratta di un’opera strategica, attesa da tutto il territorio, fondamentale per il percorso di ammodernamento della linea ferrata Palermo Messina. Il 7 gennaio saremo tutti quanti a presidiare il cantiere e non accetteremo che quest’opera diventi l’ennesima incompiuta”. Dal canto suo, Rfi ha risposto che se il fermo delle attività sarà confermato partirà la lettera di rescissione del contratto con la Toto.
Non dovevano invece trascinarsi fino al 2020 i lavori allo Stadio delle Palme, ma di fatto così è stato. L’impianto sportivo di viale del Fante aveva chiuso i cancelli l’estate scorsa per essere riqualificato; obbiettivi del Comune e della ditta messinese Fratelli Anastasi il risanamento della tribuna e il rifacimento sia del manto superficiale della pista di atletica che dell’intero percorso in tufina intorno all’anello. Il restyling doveva essere concluso entro il 2019 ma di fatto i tempi si sono allungati, fra proroghe, collaudi e dubbi (qui la vicenda nel dettaglio), rimandando la riapertura dei battenti all’anno nuovo; al momento però il Comune non può fornire una data certa, e così atleti, amatori e persino la squadra di calcio del Palermo hanno già dovuto trovare soluzioni alternative per gli allenamenti. A riassumere la situazione è il commento laconico di Giovanni Palmisano, presidente dell’A.s.d. Polisportiva palme: “Le attività di base per i mesi a venire sono già pregiudicate, a Palermo sta morendo l’atletica”.