PALERMO – Il contabile del carcere Ucciardone di Palermo avrebbe “rubato” i soldi dei detenuti. Sergio Onorato, 68 anni, è indagato per peculato. Il giudice per le indagini preliminari Annalisa Tesoriere nei giorni scorsi ha disposto il sequestro preventivo di 16 mila e 800 euro. Il procuratore aggiunto Sergio Demontis e i sostituti Andrea Fusco ed Eugenio Faletra continuano a indagare. L’ammanco potrebbe essere più pesante.
Il contabile, in pensione da un anno, aveva la delega ad operare sul conto corrente postale dell’istituto di pena. Ad accorgersi che qualcosa non andasse per il verso giusto, lo scorso dicembre, è stata la direzione del carcere. Il successore di Onorato ha notato delle operazioni anomale soprattutto alle voci “fondi abbandonati” e “telefonate detenuti”. Secondo la stima della direzione, sarebbero spariti 104 mila euro.
I pubblici ministeri hanno delegato le indagini ai finanzieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura della Repubblica che hanno spulciato la contabilità dal 2009 ad oggi. Sul conto postale dell’Ucciardone finiscono i soldi stanziati dal ministero, ma anche i bonifici dei familiari dei detenuti e gli stipendi pagati da alcune imprese nel caso di detenuti autorizzati a lavorare all’esterno. C’è poi la “cassa corrente” dove confluiscono i soldi che i parenti versano per i detenuti fino ad un massimo di 250 euro.
L’indagine interna ha fatto suonare l’alert su diverse operazioni. Di 16 mila e 800 euro sequestrati c’è traccia nei bonifici ricevuti da Onorato a cui corrispondono contestuali, o quasi, prelievi in contanti o pagamenti vari. Ed è per questo che la somma è stata sequestrata d’urgenza.
Il buco, però, potrebbe essere molto più ampio. Il nuovo contabile ha trovato parecchia confusione. Risultano una serie di operazioni in entrata che, a suo dire, sarebbero state poste in essere scientemente per ripianare l’esistenza di un ammanco”.
Sotto esame in particolare 17 ordini di pagamento sulla gestione dei cosiddetti “fondi abbandonati” dell’Ucciardone che appartengono a detenuti scarcerati per fine pena e irreperibili. Sono per lo più stranieri che difficilmente reclamano il denaro.