PALERMO – Mai fidarsi degli sconosciuti, specie se ti vogliono vendere qualcosa. Sicuramente in futuro uno studente originario del Bagladesh e residente a Palermo sarà molto più attento. Ha rischiato una condanna per ricettazione ma la derubricazione del reato in “incauto acquisito” ha fatto scattare la prescrizione.
I fatti sono 2016. Il giovane acquista un telefono da una persona di cui conosce a mala pena il nome. Il cellulare, però, non funziona e si reca in un centro per farlo riparare. Il tecnico di un negozio specializzato si accorge subito che il telefono è intestato ad un’altra persona e vuole denunciarlo.
Il giovane non ci sta, crede di essere lui vittima di un raggiro, e pretende che il negoziante chiami subito i carabinieri. E così iniziano i suoi guai giudiziari. Il telefono era stato rubato. Nel corso del processo durato quasi cinque anni il legale della difesa, l’avvocato Giovanni Di Trapani, ha fatto emergere “la buona fede dell’incauto acquirente e quindi la mancanza dell’elemento soggettivo necessario per il reato di ricettazione”.
Per l’incauto acquisto il giudice Livio Fiorani ha dichiarato la prescrizione.