CATANIA – Sette persone sono state fermate dai Carabinieri della Compagnia di Gravina di Catania, con la collaborazione di altre Compagnie e il supporto del 12∘ Nucleo Elicotteri Carabinieri di Catania, nella notte tra il 24 e il 25 marzo 2025.
I nomi
Il provvedimento di fermo, emesso su delega della Procura Distrettuale della Repubblica presso il Tribunale di Catania, ha riguardato Davide Francesco Catania, nato nel 1997; Carmelo D’Amico nato nel 2000; Giuseppe Piro nato nel 1991; Angelo Ragonese nato nel 1998; Carmelo Ragonese nato nel 1981; Armando Seminato nato nel 2005 e Giuseppe Torrisi nato nel 1992.
I sette sono gravemente indiziati, in concorso tra loro, di una serie di delitti di ricettazione aggravata, commessi fino al marzo del corrente anno nei territori di Camporotondo Etneo e Ramacca.
La ricettazione
Le indagini, coordinate dalla Procura Distrettuale e condotte dai Carabinieri della Compagnia di Gravina di Catania, hanno portato all’acquisizione di elementi indiziari che, allo stato degli atti, dimostrerebbero il coinvolgimento degli indagati nella ricettazione di tre mezzi pesanti, precedentemente rubati ad imprenditori locali da soggetti ignoti, e di una cassaforte. Quest’ultima era stata asportata da una gioielleria di Agira a seguito di un furto con spaccata e conteneva preziosi per un valore superiore ai 100 mila euro.
Refurtiva nascosta
Nel corso delle attività investigative è stato accertato che gli indagati, per l’occultamento della refurtiva, utilizzavano un terreno agricolo situato tra Belpasso e Camporotondo Etneo e un altro fondo ubicato nel territorio di Ramacca. In questi luoghi, i mezzi pesanti erano stati nascosti mediante l’uso di una ruspa cingolata.
La cassaforte
Le indagini hanno inoltre rivelato che gli indagati, dopo aver trasportato la cassaforte nel fondo agricolo di Ramacca con un autocarro dotato di gru, stavano tentando di scardinarla utilizzando un flex. L’intervento delle pattuglie dell’Arma ha impedito che l’azione delittuosa si portasse a termine, consentendo il recupero dei preziosi. Tuttavia, gli indagati riuscirono a fuggire, essendo stati avvisati da una vedetta.
La custodia cautelare
Pur non essendo stato convalidato il fermo per profili formali riguardanti il pericolo di fuga, il competente Giudice per le indagini preliminari ha successivamente disposto nei confronti dei sette soggetti l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, ritenendo corretta la qualificazione giuridica dei reati contestati. Grazie all’operazione dei Carabinieri, sia i mezzi trafugati che la cassaforte sono stati recuperati e restituiti ai legittimi proprietari.
