PALERMO – Un’altra giornata di passione in salsa rosanero condita da un’attesa crescente per un annuncio che continua a non arrivare, nonostante tutti i segnali puntino ad una conclusione ormai imminente, è finita in archivio. La giornata X per il closing fra Paul Baccaglini e Maurizio Zamparini non é stata nemmeno quella di ieri, che sulla carta ha portato alla presentazione dell’offerta da parte dell’italoamericano (circa 70 milioni, ndr) con l’ex patron friulano ancora titubante nel fare il grande passo, lasciando definitivamente dopo quindici anni di presidenza al più giovane collega. La speranza di entrambe le parti era proprio quella di chiudere ventiquattro ore fa, con diversi indizi che convergevano tutti verso una risposta positiva di Zamparini all’offerta dell’ex Iena.
Nessuna risposta però da Londra, dove Baccaglini ha seguito personalmente le operazioni insieme ai suo rappresentanti e quelli di Zamparini non riuscendo a strappare nemmeno nel venerdì, che si preannunciava decisivo per le sorti della società rosanero, una risposta definitiva da colui che lo scorso marzo gli ha lasciato la poltrona da presidente. Eppure l’offerta formale per uscire da questo impasse Baccaglini ha provato a piazzarla con i sopracitati 70 milioni che in parte finirebbero nelle tasche di Zamparini (e proprio questo dettaglio non convincerebbe ancora il friulano) e la restante fetta per ripianare i debiti maturati dalla società (con la banca internazionale che avrebbe dato l’ok ad un investimento totale da parte di 100 milioni per Baccaglini, ndr). Tutto perfetto, almeno all’apparenza, eccetto il fatto che ad ora non è pervenuta alcuna ufficialità sulla conclusione della trattativa con l’ultima parola che torna dunque al vecchio presidente.
Proprio da Zamparini sono trapelate le uniche indiscrezioni sull’evoluzione della vicenda. L’attuale proprietario del club rosanero infatti, attraverso le parole riportate dal Giornale di Sicilia, si è detto al contrario più che fiducioso sbilanciandosi “Ormai è fatta, ci sono anche le garanzie bancarie e i legali sono al lavoro” anche se giunti alla mezzanotte di ieri le dichiarazioni dell’imprenditore friulano hanno assunto sempre meno rilevanza visto che ormai dal 30 aprile ogni giorno potrebbe essere quello giusto per il fantomatico closing. Di certo resta che la mancata presenza di Zamparini a Londra al fianco di Baccaglini preluda ad una chiusura vicinissima con le due parti già d’accordo su tutto e dunque solo in attesa di un segnale dall’advisor britannico per apporre le firme sugli accordi e dare il via a tutta una serie di operazioni avviate ma tenute fino ad ora in stand by.
Il Palermo attualmente non ha infatti nè un ds nè un tecnico e proprio la parola fine sul closing potrà essere l’unica a sbloccare queste situazioni. Sia Marcello Carli, ormai pronto a rilevare il ruolo di direttore sportivo formando la sua squadra in cui non dovrebbe essere presente Dario Baccin destinato all’Inter, che Massimo Oddo, allenatore che ha la preferenza sia dell’ex dirigente dell’Empoli che del presidente Baccaglini, attendono infatti solo l’ufficialità sul passaggio di consegne al vertice della società, ricevendo allo stesso tempo la certezza dell’assenza di future ingerenze di natura zampariniana, per avviare il motore che vedrà fra meno di un mese la squadra rosanero chiamata all’appello nel ritiro in Carinzia (guarda caso proprio a due passi da casa Zamparini, ndr) e fra 13 giorni chiamata all’iscrizione in serie B. Il giorno X viene dunque posticipato di altre ventiquattro ore o magari ancora più in là anche se la sensazione che trapela è quella di essere davvero alle curve finali di un lunghissimo percorso.