PALERMO – Due confessioni. Una piena, l’altra a metà. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari Donata Di Sarno, l’infermiera Anna Maria Lo Brano ammette di avere organizzato il bluff delle vaccinazioni per favorire Filippo Accetta e Giuseppe Tomasino.
Niente soldi, però. È solo per amicizia che ha gettato il vaccino e simulato di iniettarlo all’hub della Fiera del Mediterraneo. Tomasino, invece, che di mestiere fa il commerciante di detersivi, conferma sia il finto vaccino, sia i soldi pagati per la messinscena: “450 euro”, anche se su chi abbia incassato i soldi si sarebbe trincerato dietro “non ricordo” ritenuto poco credibile.
Ha ammesso, però, di conoscere l’infermiera, sua vicina di casa. Il giudice non ha convalidato il fermo, non ritenendo che ci sia pericolo di fuga, ma ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare. I due indagati restano in carcere.
Il terzo fermato, il leader dei No Vax Filippo Accetta, sarà interrogato a Matera, città dove si trovava per lavoro (vende prodotti siciliani nelle fiere in giro per l’Italia).
Nel registro degli indagati il procuratore aggiunto Sergio Demontis e il sostituto Felice De Benedittis hanno iscritto dodici persone, compresi coloro che hanno fatto finta di vaccinarsi e posseggono un green pass fasulli. Nei loro casi, però, non c’è al momento traccia del pagamento di una somma di denaro.
I poliziotti della Digos stanno iniziando ad analizzare i telefonini e computer sequestrati agli indagati. Cercano tracce di nuovi clienti del mercato delle false vaccinazioni.