Dal Massimo alle partecipate: dove comandano gli uomini di Orlando - Live Sicilia

Dal Massimo alle partecipate: dove comandano gli uomini di Orlando

Ecco chi guida le partecipate del Comune in attesa dei nuovi cda

PALERMO – Trattative, caselle da riempire, nomi che spuntano sui giornali per poi finire impallinati dalle rigide regole della burocrazia o dai veti incrociati delle correnti. Da mesi i partiti di centrodestra al comune di Palermo attendono quello che in gergo si chiama “spoils system”, ossia il cambio dei vertici delle società partecipate e in generale del sottogoverno; una partita delicatissima che il sindaco Roberto Lagalla gestisce in prima persona, ma che si è rivelata assai più lunga e laboriosa del previsto.

L’ex rettore ha voluto infatti mettere al riparo l’infornata delle nomine dall’appetito delle formazioni politiche, il che però ha determinato il protrarsi dei tempi: i partiti prima hanno atteso la nomina della giunta di Palazzo delle Aquile, poi le elezioni Regionali e Politiche, in seguito la composizione del governo Schifani e il risiko dei ruoli a Roma. Di rinvio in rinvio si è superato il Natale e con esso Capodanno e tutto il mese di gennaio, sino a un febbraio che molti indicano come decisivo ma su cui non ci sono certezze. Le trattative vanno avanti, i partiti propongono nomi che circolano nei corridoi e qualcuno finisce persino per scontrarsi con i requisiti necessari per sedersi su alcune poltrone, rimettendo ancora una volta tutto in discussione.

E nel frattempo? Le partecipate non possono certo bloccarsi e vanno avanti, tra cda che vengono rinnovati e altri che sono decaduti e quindi “sostituiti” dai collegi sindacali, tutti di matrice orlandiana. Partiamo dall’aeroporto dove a presiedere il cda (in proroga) c’è Francesco Randazzo, già presidente della Sispi, e l’amministratore delegato è ancora Giovanni Scalia; più eclatante è il caso di Gh, società satellite, presieduta da un orlandiano di ferro come l’ex senatore ed ex vicesindaco Fabio Giambrone, braccio destro del Professore per lunghi anni e in scadenza nell’estate del prossimo anno.

Fino al 2024 resterà al suo posto anche l’amministratore unico di Amap Alessandro Di Martino, a capo di una società che non è interamente del comune di Palermo e la cui sostituzione è quindi più complessa, mentre in Amat il cda guidato da Michele Cimino è stato prorogato di tre mesi e scadrà il 28 marzo. Definire Cimino un “orlandiano” sarebbe però impresa ardua, visto che l’ex assessore regionale (da sempre volto del centrodestra isolano) è stato indicato nel ruolo dal gruppo che fa capo a Edy Tamajo, per cinque anni nella maggioranza del Professore e oggi uomo forte di Forza Italia e componente della giunta Schifani; non è un caso che Cimino sia stato scelto da Palazzo d’Orleans come commissario liquidatore del consorzio Asi della Sicilia occidentale.

Sempre a Tamajo fa capo Domenico Macchiarella, fino a qualche settimana fa alla presidenza di Amg: decaduto il cda, a guidare l’azienda che si occupa di gas e illuminazione pubblica sono i sindaci con in testa Giuseppe Caiozzo. In Rap rimane al timone Girolamo Caruso, anche se la sua sostituzione pare scontata, mentre in Sispi e in Reset sono i collegi sindacali a occuparsi di mandare avanti le attività correnti.

Il futuro al momento è fatto solo di voci di corridoio, tra tanti dubbi e poche certezze: i punti fermi dovrebbero essere Giuseppe Todaro presidente di Rap in quota Lagalla, Macchiarella in Amat e Vito Riggio (Fi) amministratore delegato di Gesap; Francesco Scoma (Lega) non molla l’Amg su cui punta anche Fratelli d’Italia, partito che deve indicare il presidente a Punta Raisi, mentre la Dc dovrà trovare un nuovo nome per la Sispi visto che Pippo Enea non avrebbe i requisiti. Fumata nera anche in Reset, dove i nomi che ballano sono diversi.

Saldamente al suo posto rimarrà invece Marco Betta, sovrintendente del Teatro Massimo fino al 2024, orlandiano capace di farsi apprezzare anche da Lagalla e che al momento pare uno dei pochi punti fermi. Ma le caselle che da un sindaco all’altro non sono cambiate sono sparse qua e là, anche tra gli uffici, dove l’ex rettore ha deciso di confermare al loro posto sia il Ragioniere generale Bohuslav Basile che il capo di gabinetto Sergio Pollicita, che aveva ricoperto il medesimo ruolo anche ai tempi di Cammarata.


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