Palermo e Ragusa, festa di libri | Montalbano non va in pensione - Live Sicilia

Palermo e Ragusa, festa di libri | Montalbano non va in pensione

Andrea Camilleri

Fine settimana con due diversi festival dell'editoria, “Una marina di libri” a Palermo e “A tutto volume” a Ragusa.

Tre giorni all’insegna della cultura letteraria: dal 6 all’8 giugno si aprono due diversi festival dell’editoria, “Una marina di libri” a Palermo e “A tutto volume” a Ragusa. Ad accomunarli il medesimo spirito, quello della condivisione e del confronto aperto tra autori, lettori, editori. Un week-end all’insegna della cultura quello che si apre a Palermo e a Ragusa. Da venerdì 6 a domenica 8 giugno, il capoluogo siciliano ospita per la prima volta alla Galleria d’Arte Moderna la quinta edizione di “Una marina di libri”, festival dell’editoria indipendente dove lettori ed editori hanno l’opportunità di confrontarsi su tematiche di ogni genere, dalla letteratura all’arte, dalla storia all’attualità. Ad aprire l’evento, organizzato dal CCN Piazza Marine & dintorni, Navarra editore e Sellerio editore, è Andrea Camilleri con la presentazione del suo ultimo romanzo “La piramide di fango”.

Altro protagonista degli “incontri con l’autore” è Simonetta Agnello Hornby che narra le tappe principali della sua vita attraverso i suoi libri: “Un filo d’olio” legato all’infanzia agrigentina, “Via XX settembre” ispirato all’adolescenza palermitana, “La mia Londra” che descrive la vita adulta e le esperienze professionali nella seconda patria inglese. Tra il chiostro, la corte, la chiesa e la piazza si dipanano poi i numerosi appuntamenti previsti: la mattina dedicata ai più piccoli, con le attività didattiche del concorso “La scuola adotta un libro”, la presentazione di video – tra cui un cartone animato su don Pino Puglisi ucciso dalla mafia- , laboratori tra cui quello sulle mummie curato da Alessia Franco.

Il pomeriggio è dedicato a presentazioni, incontri e anteprime nazionali dei migliori editori nazionali e delle case editrici di nicchia, per lo più estranee alle logiche dei grossi centri di distribuzione. Centrale il tema dell’emigrazione con le sue implicazioni multiculturali attuali che vanno “Oltre la nazione” (è anche il titolo del libro di Giuseppe Burgio edito da Ediesse) e con le tragedie del passato. Il caso più emblematico è il rogo della Traingle Waist che nel 1911 provocò 146 morti tra le lavoratrici di una fabbrica tessile americana. Da quel disastro è nata la celebrazione dell’8 marzo. Le storie umane di quelle vittime, tra cui molte donne siciliane, sono ricostruite da Ester Rizzo nel libro “Camicette bianche” edite da Navarra.

Ad animare le serate fino a mezzanotte reading, dibattiti, proiezioni, concerti, mostre. Giunta alla quinta edizione anche la kermesse culturale “A tutto volume” che apre le porte questo stesso weekend a Ragusa. A colazione con il proprio autore preferito, poi in giro tra gli innumerevoli monumenti barocchi della città patrimonio mondiale dell’Unesco, scegliendo chi e cosa ascoltare e vedere: in un clima informale autori e lettori si incontrano e si confrontano, tra chiese, piazze, vicoli, cortili e teatri di Ragusa superiore e Ragusa Ibla. Una pluralità di autori, editori, linguaggi e generi che spaziano dalla narrativa alla saggistica, dallo sport alla cucina, offrendo spunti di riflessione in grado di richiamare appassionati e lettori di tutta Italia.

La manifestazione coinvolge per la narrativa, Silvia Avallone, Alessia Gazzola, Carlo Bonini, Pietrangelo Buttafuoco, Giancarlo De Cataldo, Luciana Castellina, Chiara Valerio e Marco Steiner; per la cultura, Domenico De Masi e Marino Sinibaldi; per l’attualità e la saggistica, Marco Travaglio, Corrado Formigli, Edoardo Boncinelli, Giulio Giorello, Loredana Lipperini, Riccardo Chiaberge e Roberta Corradin. Personaggi di spicco anche per l’economia come Valerio Castronovo e Innocenzo Cipolletta; per la fotografia Gianni Berengo Gardin; per la cucina Alessandro Borghese; per l’arte Costantino D’Orazio e Antonio Forcellino; per lo sport Alfio Caruso. Concepita dalla Fondazione degli Archi e patrocinata dal Comune di Ragusa, “A tutto volume” annovera , tra gli altri, il mensile I love Sicilia come media partner e si realizza anche grazie a una forte e originale spinta popolare.

Montalbano non va in pensione
(di Franco Nicastro- ANSA) Andrea Camilleri torna dopo 12 anni a Palermo per annunciare quello che i suoi lettori vogliono sentire: Montalbano non va in pensione. L’investigatore di Vigata si prepara a festeggiare, con l’amatissima Livia, i suoi 64 anni. E’ un uomo maturo, è un po’ stanco, ma ha ancora tanto da fare: la corruzione incalza e lui capisce che questo è il suo nuovo orizzonte investigativo. Perciò resta in servizio. E non perché il suo autore condivida la riforma Fornero ma perché bisogna continuare a indagare (Montalbano) e a raccontare nuove storie (Camilleri) “per piacere più che per dovere”. La svolta narrativa trova già modo di confrontarsi con una rinnovata questione morale nell’ultimo libro edito da Sellerio, “La piramide di fango”.

Nella versione siciliana “fangu” ha un’assonanza con “sangu”. E in effetti sono macchiate di sangue le ferite fangose del paesaggio. Così la metaforica piramide del potere assume una nuova fisionomia sotto la spinta della cronaca. “Sembra cadere a taglio – dice Camilleri citando Sciascia – dopo gli scandali dell’Expo di Milano e del Mose di Venezia”. La scelta dello scrittore siciliano è certamente indotta da una sensibilità politica (“Tutti sanno che ho votato Tsipras”) ma la nuova dimensione letteraria non è indifferente al fatto che Montalbano è ormai stanco di confrontarsi con “assassini idioti”. E vede, con crescente indignazione, che “si sta raschiando il fondo della corruzione”. Arrivati ormai a un punto di non ritorno, “resta solo la speranza che la piramide di fango possa implodere per eccesso di corruzione”. A quasi 90 anni Camilleri non pensa neanche lui di andare in pensione. Quando diede vita a Montalbano pensava di fermarsi al secondo romanzo, “Il cane di terracotta”. Non credeva di avere la capacità di tenere testa all’impegno della serialità. “Ma poi, scherzando e ridendo, è stato il personaggio stesso – spiega – a costringermi a continuare.

Del resto il suo successo ha funzionato da apripista per i mercati stranieri. Senza Montalbano non ci sarebbe stato spazio per gli altri romanzi. La spinta decisiva l’ha data la televisione che lo ha fatto conoscere in 63 paesi e ha aperto nuove piste narrative”. Inevitabile per il suo padre letterario avvertire il peso del personaggio: “Devo ammettere di esserne in qualche modo prigioniero”. Camilleri è attento a sfuggire alla seduzione della notorietà. Ci tiene a mantenere, anche nelle risposte ai giornalisti che lo incalzano nel salotto di Sellerio, la casa editrice che lo ha lanciato, uno stile sobrio ed essenziale. Ma non può fare a meno, lui che viene da lontano, di dare piccolo consigli ai giovani scrittori emergenti, “che nascono come funghi”. Il primo è quello più risoluto: non frequentate scuole di scrittura. Il vero segreto però è quello di “leggere, leggere, leggere, leggere”. Lo ripete quattro volte per dare un peso alla sua sollecitazione. E’ la sua personale esperienza a farglielo dire: come lettore cominciò molto presto. A 12 anni incontrò, nella biblioteca del padre, “La follia di Almayer” di Joseph Conrad. E quello fu il libro che cambiò la sua vita. A quel tempo non c’era la tv, la radio era “un mobile intrasportabile” e a un bambino alle prese con le malattie dell’infanzia restava solo il sano passatempo della lettura.

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