Maniscalchi: "Mai visti tanti pazienti al pronto soccorso e il Covid..."

Maniscalchi: “Mai visti tanti al pronto soccorso e il Covid…”

Parla la primaria del pronto soccorso del 'Cervello'.

“Abbiamo tanti pazienti al pronto soccorso, sia all’ospedale ‘Cervello’ che a Villa Sofia. In trent’anni di lavoro, quasi mai mi ero trovata in una situazione così difficile”.

Tiziana Maniscalchi, primaria del pronto soccorso dell’ospedale ‘Cervello’ di Palermo è, ad interim, anche la responsabile dell’urgenza di Villa Sofia, perché il dottore Aurelio Puleo, l’attuale primario, è in ferie e andrà a breve in pensione. Doppio osservatorio. Doppia responsabilità. Doppia fatica.

Com’è, dunque, la situazione, dottoressa?
“Come le dicevo, abbiamo tantissime persone e raramente mi era successo di assistere a un flusso così imponente. Ormai, tra positivi e negativi, è molto complicato gestire la situazione. Mi pare che, nell’opinione pubblica, ci sia stato un calo di attenzione. Non si parla più di sanità, non si parla di Covid e non è un bene”.

Perché?
“Perché i malati positivi ci sono ancora, sono tanti e necessitano di cure e di isolamento. Quelli che possono andare a casa, li mandiamo via, ma non è sempre possibile. Viviamo ore molto pesanti. Dobbiamo stare attenti ed essere prudenti. Non è opportuno che il virus circoli così tanto”.

Ma, nei vaccinati, dà forme sicuramente meno gravi.
“E’ verissimo e dobbiamo ringraziare, appunto, i vaccini. Però ci sono i fragili, gli immunocompromessi. E i pazienti devono essere assistiti. Non abbiamo le strutture che ci supportano, anche se prendiamo tutte le precauzioni possibili”.

Servono più reparti?
“Ci sono state soprattutto riconversioni, con lo sforzo di sistemare la sanità che è stato, comunque, compiuto. La gestione dei positivi non è affatto semplice, con il sistema delle ‘bolle’ nello stesso reparto. A Villa Sofia abbiamo un’ala del pronto soccorso dedicata. Purtroppo, il territorio offre poco e l’ospedale resta l’approdo più semplice”.

E il virus circola.
“Sì, danneggiando i più deboli, ritardando le terapie e la diagnosi per i positivi. La prudenza, lo ripeto, è necessaria. Dobbiamo proteggere la fragilità delle persone. Non sono per semplificare tutto, lasciando scoperte fasce di popolazione”.

Intanto, il bollettino Covid giornaliero non c’è più.
“E’ un errore: le scelte si compiono meglio, quando tutti hanno la consapevolezza di quello che sta succedendo”. (Roberto Puglisi)


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