Palermo: Sansone, il covo di Riina e la "Svizzera di Cosa Nostra"

Giuseppe Sansone, il covo di Totò Riina e la “Svizzera di Cosa Nostra”

Chi è il boss cui è stato confiscato un milione di euro

PALERMO – Se si pronuncia il cognome Sansone è inevitabile pensare a Totò Riina che alla famiglia mafiosa dell’Uditore si era affidato, non a caso, nell’ultima parte della sua latitanza.

Dei Sansone era la villa in via Bernini dove il padrino corleonese ha vissuto prima di essere arrestato, il covo della mancata perquisizione dello scandalo dopo l’arresto del 1993.

La sezione misure di prevenzione del Tribunale gli ha confiscato un patrimonio che vale un milione di euro su su proposta congiunta del procuratore della Repubblica e del questore di Palermo.

Esponente di spicco della famiglia mafiosa di Uditore, inserita nel mandamento mafioso di Passo di Rigano–Boccadifalco, di lui si è iniziato a parlare negli anni Novanta. Stessa cosa per il fratello Gaetano.

Per sfuggire ai provvedimenti giudiziari Sansone aveva trasferito un’impresa edile ad un parente, ma sarebbe rimasto la guida occulta. Il nome di Sansone faceva parte dell’elenco di boss scarcerati nei giorni del lockdown per il Covid sulla base di una contestatissima circolare del Dap.

Si puntò il dito contro il governo “colpevole” di avere ridato la libertà a pericolosi mafiosi. Molti degli scarcerati rientrarono in cella via via che il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria individuò strutture carcerarie in grado di garantire il diritto alla salute.

Di lui i pentiti, vecchi e nuovi, dicevano che “è come la Svizzera”. Filippo Bisconti, un tempo capomafia di Belmonte Mezzagno, ha spiegato il senso dell’affermazione: “… praticamente se ne fregavano di fare riferimento a qualcuno, che loro praticamente non intendevano incontrare nessuno, quando avevano bisogno di qualche cosa se la risolvevano loro stessi, non andavano a cercare nessuno”.

Specificò meglio il senso delle sue parole: “Per Svizzera s’intendeva che non volessero fare riferimento a chicchessia, proprio questo specifico argomento era il senso di questa Svizzera, tra virgolette”.

E con questa autorità da grandi vecchi tornarono a gestire la famiglia dell’Uditore. Fu arrestato di nuovo in un blitz della polizia assieme agli Inzerillo, scappati dalla furia corleonese, e tutti successivamente condannati.


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