Palermo, il 50enne no vax che lotta tra la vita e la morte

Palermo, il 50enne no vax che lotta tra la vita e la morte

Le novità sugli ultimi ricoveri.

PALERMO- Cinquant’anni, pressappoco. No Vax. Finisce, con sintomi gravi, in un letto della Terapia intensiva Covid, al’ospedale ‘Cervello’, nella trincea del virus. Ma nemmeno lì si convince del rischio e manifesta il suo disappunto a medici e infermieri. Poi l’aggravamento ulteriore, l’intubazione e il trasferimento all’Ismett, dove è sottoposto all’Ecmo, la cura salva-vita (che funziona solo a certe condizioni). Ora lotta tra la vita e la morte. E’ una storia, questa accaduta da poco a Palermo, che provoca pena e angoscia, unite a un affettuoso augurio a una persona che sta soffrendo. Ma è anche una vicenda che deve essere motivo di riflessione per quanti ancora non si sono vaccinati. Non è mai troppo tardi per proteggersi.

La situazione alla Terapia intensiva del ‘Cervello’ vede un aumento di ricoverati, da quattro che erano sono diventati sette. Tre pazienti sono stati ospedalizzati, nonostante la doppia dose: soffrono di gravissime comorbilità, sono soggetti a terapie massicce che provocano l’immunosoppressione, dunque, con l’aumento complessivo dei vaccinati, costituiscono una percentuale drammatica e fisiologica. “E’ fondamentale procedere con le terze dosi – ricorda il dottore Baldo Renda, primario del reparto – con l’approssimarsi delle feste in famiglia dobbiamo essere ancora più responsabili e prudenti”.

Il dottore Baldo Renda

Tutti gli indicatori sottolineano il forte peso dei non vaccinati nelle percentuali di ricoveri in area medica o in rianimazione. Secondo l’ultimo rapporto del Dasoe, i pazienti senza protezione sono l’ottanta per cento del totale: trentasei sui quarantuno ricoverati in terapia intensiva e 263 sui 331 ospiti dei reparti ordinari sono persone non vaccinate. E anche questo dovrebbe spingere alla riflessione.


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