PALERMO – Il club rosanero guidato da Eugenio Corini sembra essere tornato in crisi dopo le due sconfitte consecutive contro Cosenza e Venezia. Due scontri diretti, ai fini del consolidamento in campionato, che la compagine rosanero non ha saputo sfruttare al meglio tra prestazioni insufficienti e alcuni episodi sfortunati. Dai rigori sbagliati da Brunori in entrambe le gare, al fuorigioco di Soleri segnalato dal VAR durante la sfida contro i lagunari che ha annullato, successivamente, il gol dell’1-1 che portava la firma di Davide Bettella. Oltre a questo, però, il Palermo continua a non convincere per prestazioni viste in campo. Come nel primo tempo dell’ultima sfida al “Renzo Barbera” contro il Venezia: 45 minuti in cui i rosanero non hanno tirato nemmeno una volta tra i pali difesi da Joronen.
L’allenatore originario di Bagnolo Mella ha sempre puntato sul 4-3-3, modulo che ormai dal suo arrivo nel capoluogo siciliano ha fatto da guida tattica allo scacchiere rosanero. Una formazione, però, che nel corso dei 90 minuti è molto dinamica e subisce diverse modifiche in corso d’opera. Modifiche che, nella maggior parte dei casi, rendono la compagine siciliana molto difensiva e pronta a partire in contropiede. Gli undici del Palermo, infatti, quando la squadra avversaria è in possesso palla, trasformano il 4-3-3 in un 5-3-2, abbassando l’esterno destro di attacco fino alla linea di difesa. Prima dell’infortunio al ginocchio questo lavoro spettava a Salvatore Elia, adesso invece è quello che si vede comunemente fare a Nicola Valente. Il gioco del club di viale del Fante, poi, in possesso palla, si sviluppa spesso sulla corsia mancina, dove Sala è molto più propositivo del suo estremo opposto, Mateju, che rare volte si sovrappone all’esterno offensivo della sua corsia di pertinenza. E’ chiaro, poi, che queste letture di massima cambiano di partita in partita, in base all’avversario che il Palermo ha davanti.
CAMBIO DI ROTTA
Nel momento in cui un modulo abbastanza equilibrato si trasforma in uno schieramento molto difensivo in fase di non possesso, probabilmente si rischia di essere schiacciati dalla squadra avversaria. E inoltre diventa fondamentale avere una linea di difesa solida che tende a commettere pochissimi errori individuali, sia di posizionamento che tecnici. È pur vero che Corini ha pensato, poche volte, di passare alla difesa a tre come alternativa, ma fino a questo momento non è mai stata questa la prima scelta dell’allenatore rosanero. La cosa certa è che già in occasione prossima sfida contro il Benevento servirà un cambio di rotta prima che la classifica diventi pesante, per evitare che il Palermo piombi in zona retrocessione. L’ennesimo scontro diretto contro gli “stregoni” campani da non toppare per i rosanero.