Palermo, il centrodestra si divide sul Pride: Fdi e Lega contro

Palermo, il centrodestra si divide sul Pride: Fdi e Lega contro Lagalla

Il sindaco tira dritto, Dc a favore

PALERMO – Mancano ancora quattro mesi ma il Palermo Pride 2024, previsto per il prossimo 22 giugno, agita già la maggioranza che al Comune sostiene Roberto Lagalla. Un copione che non è certo nuovo, visto anche che lo scorso anno il centrodestra si divise allo stesso modo, ma la vicinanza con le Europee amplifica le fratture di una coalizione capace di farsi più male da sola di quanto non riescano le opposizioni.

L’ordine del giorno

Il casus belli è l’ordine del giorno del centrosinistra (firmato da Mariangela Di Gangi) che all’alba di sabato scorso ha rischiato di affossare il regolamento sulla movida: troppo divisivo per la maggioranza che, per mettere al sicuro il voto sulla delibera, ha preferito bocciare il documento che prevedeva, fra le altre cose, anche il patrocinio al prossimo Palermo Pride. Fin troppo facile per le minoranze alzare un polverone, con la bocciatura dell’ordine del giorno finita sui media nazionali.

Fdi contro il sindaco

Il sindaco Lagalla finora ha preferito il basso profilo, affidando al suo capogruppo Dario Chinnici il compito di assicurare che il patrocinio verrà concesso, così come è stato già fatto nel 2023. Un’uscita che ha provocato la reazione stizzita di Fratelli d’Italia che, per bocca dell’ormai ex vicesindaco Carolina Varchi, ha sparato a zero proprio dalle pagine del nostro giornale: “Se Lagalla darà il patrocinio lo farà solo a titolo personale”. Tanto è bastato per scatenare il putiferio in una maggioranza già divisa sulla mozione per le coppie omogenitoriali, su cui nel frattempo è arrivata a sorpresa la nota con cui l’Arcigay ha disconosciuto il documento, aprendo una spaccatura anche sul fronte opposto.

Lega: “Lagalla ricordi grazie a chi governa”

La maggioranza ha bocciato l’ordine del giorno quasi all’unanimità, più per tattica d’Aula che per convinzione, tanto che il centrodestra sul tema è più diviso che mai. Sul fronte dei contrari, oltre a Fratelli d’Italia, si schiera la Lega con Sabrina Figuccia: “La bocciatura dell’ordine del giorno pone luce sulla divergenza con il sindaco Lagalla, mi auguro si ricordi ancora quali sono i partiti che hanno permesso alla sua amministrazione di governare la città”. “Una scelta politica coraggiosa e coerente – la definisce Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus -. Il Pride non è un evento di semplice promozione della pari uguaglianza e dignità di tutti i cittadini ma una vera e propria manifestazione politica di estrema sinistra. Il patrocinio di un Comune significa condivisione e apprezzamento della piattaforma politica che ne è alla base”.

Il fronte del sì

Favorevoli al patrocinio si dicono invece sia la Democrazia cristiana che Lavoriamo per Palermo, ossia il gruppo che fa direttamente capo al sindaco e annovera anche Fabrizio Ferrandelli. “La linea di Roberto Lagalla è chiara – spiega Chinnici – e non può essere messa in discussione, all’interno della maggioranza possono esserci sensibilità differenti ma questo non cambia la sostanza”. “Ero favorevole già lo scorso anno e lo sono anche adesso – dice il cuffariano Domenico Bonanno -. Condivido pienamente la linea del primo cittadino”.

E Forza Italia? Al momento nessuna presa di posizione ufficiale del gruppo o del partito ma una nota, firmata da Ottavio Zacco e Catia Meli, si schiera a favore del sì: “L’indirizzo dell’amministrazione e del sindaco è chiara da sempre – scrivono i due consiglieri citando addirittura Papa Francesco -. Siamo a favore della scelta già presa da Lagalla”.

Il silenzio del sindaco

Lagalla al momento ha preferito il silenzio, consapevole che le polemiche su temi come quello del Pride possono essere molto scivolose per una maggioranza eterogenea come la sua. Ieri il sindaco ha riunito la coalizione per stilare le prossime priorità, ossia rifiuti, atti propedeutici e bilancio di previsione con una maratona che dovrà concludersi entro il mese prossimo. Un elenco che non annovera, al momento, né un nuovo voto sul Pride né la mozione sulle coppie arcobaleno.


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