PALERMO – Un libro che intende unire memoria e missione raccontando dieci anni di arcivescovato in una delle sedi episcopali più complesse d’Italia. Si potrebbe riassumere così il volume ‘Nel segno della speranza. Un vescovo a Palermo, città delle emergenze’, scritto dall’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, in collaborazione con Nuccio Vara, presentato questa sera alla Cattedrale di Palermo.
Nel segno della speranza
In circa 200 pagine Lorefice racconta il suo impegno missionario, tra ostacoli e scelte coraggiose, stando sempre accanto agli ultimi e a chi vive nelle periferie della società. Un vero e proprio excursus tra le realtà più fragili della città tra cui quella dei migranti, dei detenuti, delle famiglie dei quartieri più vulnerabili e dei giovani travolti dal crack, la micidiale droga che oggi sta devastando un’intera generazione di ragazze e ragazzi. Ispirato ai valori della Costituzione italiana e del Concilio Vaticano II, il libro delinea una Chiesa povera e in cammino, aperta al dialogo interreligioso, che non teme di denunciare la mafia come “struttura di peccato”, schierandosi apertamente contro ogni tipo ingiustizia.
Il messaggio pastorale
Scritto nel solco dell’eredità lasciata da don Pino Puglisi, i martiri della legalità e l’esempio luminoso di Biagio Conte, il volume diffonde un messaggio pastorale che si fa prossimità, cura, difesa della dignità umana. Emerge così il profilo di un arcivescovo che cerca di ricucire, con radicalità evangelica, il tessuto lacerato di una comunità, dipingendo una Palermo che resiste, tra ferite e rinascite, intrecciando la fede con la passione civile nel segno, appunto, di una speranza che torna ad avere voce.

Lorefice: “Opportunità di uno sguardo in avanti”
“È una forma di condivisione e di compagnia – ha commentato Lorefice -, uno stare nella città accanto a tutti, partendo dal dono più grande che noi cristiani abbiamo ricevuto: il Vangelo. Ho guardato alla città assumendo tutte le sue ferite, le attese e le gioie, dando anche una opportunità di uno sguardo in avanti affinché la speranza possa essere realmente il messaggio più profondo”.
Lorefice: “Ogni istituzione si onora con la coerenza della vita”
“Dobbiamo riappropriarci del senso più vero della politica – ha aggiunto Lorefice -. La politica appartiene a tutti, soprattutto a chi come noi ha una Costituzione tra le mani, oltre che nel cuore. Chi si assume di governare la cosa pubblica lo deve fare nell’unica cifra del servizio vero, distaccandosi da interessi personali o di gruppo”.
“Quando si va a governare una città non si può continuare a fare propaganda, si diventa uomini e donne per tutti e si dimentica la propria appartenenza. È questa la migliore tradizione di quanti hanno attuato la nostra Costituzione. Credo che chi si assume il compito di amministrare deve imparare a memoria e imprimere nel cuore l’articolo 54. Ogni istituzione che si serve, prima di tutto, – ha concluso Lorefice – la si onora con la coerenza della vita”.
