PALERMO – Tutta colpa di una Sim card. Sotto inchiesta sono finite quattro persone e una società. Alla fine è arrivata l’archiviazione su richiesta della stessa Procura di Palermo. La faccenda era delicata visto che dallo smarrimento della Sim si è arrivati alle contestazioni di “introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi” e ricettazione.
Il quadro investigativo è iniziato a cambiare quando l’imputato chiave ha mostrato la denuncia di smarrimento della carta. Il numero di cellulare era stato collegato, a sua insaputa, ad un sito estero che commercializzava abbigliamento e accessori di lusso contraffatti.
Il numero era riportato alla sezione “contatti” del sito in modo da dare una parvenza di legalità ai navigatori della Rete.
E sono iniziati gli accertamenti sulla società dell’imputato – la LRC Company – difeso dall’avvocato Giovanni Marsicano. La società, inattiva da due anni, commercializzava coprimaterassi. Nulla a che vedere con la merce taroccata pubblicizzata sul sito: borse e abiti del made in Italy famoso nel mondo. L’indagine si è estesa ad altre tre persone. L’avvocato Marsicano ha ottenuto l’accesso ai tabulati, dimostrando cha la Sim non aveva traffico. Era stata comprata in un centro commerciale, smarrita poco dopo e mai ricaricata.
Evidentemente è finita nelle mani sbagliate. E sono iniziati i guai per tutti gli imputati. Gli altri sono difesi dagli avvocati Fabio Vanella e Tommaso Oneto. La finanza ha anche fatto dei controlli nei magazzini e nella sede legale della società, a Carini e Villabate. Nulla è stato trovato che rimandasse alla vendita di prodotti contraffatti sbarcata anche su TikTok. Da qui l’archiviazione decisa dal giudice per le indagini preliminari Ivana Vassallo.

