Direttiva di Orlando sotto accusa: il nodo delle partecipate

Direttiva di Orlando sotto accusa: i verbali sul caos partecipate

I falsi nei bilanci comunali. Amat, Rap e Amap: "Costretti a stralciare 50 milioni"

PALERMO – Un capitolo dell’inchiesta sui falsi nei bilanci del Comune di Palermo riguarda una direttiva di Leoluca Orlando, datata 18 giugno 2018. Con “la direttiva imperativa e vincolante” il sindaco ha disposto che le società partecipate Amat, Rap e Amap stralciassero crediti milionari vantati nei confronti del Comune e non riconosciuti da quest’ultimo.

Gli investigatori ritengono che sia stata un’operazione proposta dall’ex assessore al Bilancio Antonio Gentile. Un’operazione che avrebbe inciso negativamente sui bilanci delle partecipate, e “salvato” quelli dell’amministrazione comunale.

“Obbligati a stralciare 50 milioni”

Il presidente dell’Amat, Michele Cimino, convocato in Procura come persona informata sui fatti nei mesi scorsi, ha spiegato che “il disallineamento” deriva dalle precedenti gestioni. Era stata una cabina di regia, formata dall’assessore Gentile e da alcuni dirigenti comunali, a deliberare lo stralcio di 50 milioni sulla base di un’interpretazione del contratto di servizio. Soldi che la cabina di regia ha ritenuto “non rimborsabili”.

Cimino si è opposto, ma “siamo stati obbligati ad operare lo stralcio”. Il risultato è stato che il capitale sociale è stato abbattuto da 100 a 36 milioni. Amat aveva anche pensato di fare una casusa civile, ma alla fine per il timore di “incrinare il rapporto con il socio unico” non se ne fece più nulla.

“Cattiva gestione pluriennale”

Il procuratore aggiunto Sergio Demontis e i sostituti Andrea Fusco e Giulia Beux hanno convocato i revisori dei conti Marcello Barbaro e Marco Mazzurco, entrambi indagati. Il primo ha detto che “il Comune non avrebbe dovuto approvare il bilancio anno per anno se c’erano disallineamenti e non posticipare il problema fino a farlo diventare ingetsibile”, ma trattandosi di “una cattiva gestione pluriennale” è “difficile trovare un determinato responsabile”. Come dire, il problema c’era e c’è, ma non c’è un “colpevole”.

Barbaro ha parlato di una “fascia grigia in cui non si comprende contabilmente il rapporto di corrispondenza fra crediti e debiti”. Una delle cause dei disallineamenti contabili, ad esempio, nel caso di Amat riguardava i chilometri percorsi dagli autobus in eccedenza rispetto al contratto. L’Amat chiedeva i soldi in più, ma il Comune non pagava.

“Mai eseguita una ricognizione”

Mazzurco ha confermato il disallineamento con le partecipate, “dovuto al fatto che fino ad allora non era stata mai eseguita una ricognizione puntuale dei debiti e dei crediti”.

In pratica un’ammissione del caos gestionale. Il problema fu risolto con la direttiva del sindaco su crediti e debiti “a cui le società partecipate hanno dovuto adeguarsi”. Come? Secondo l’accusa, erodendo il patrimonio netto delle società.

“Hanno costretto Amat a stralciare”

Il ragioniere generale Bohuslav Basile, intercettato dai finanzieri diceva: “Hanno costretto Amat a stralciare 50 milioni di euro, a restituire al Comune 19 milioni… il disallineamento è cresciuto di 11 milioni di euro… un disastro”.


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