Palermo, la retrocessione | è ormai a due passi - Live Sicilia

Palermo, la retrocessione | è ormai a due passi

Il principale responsabile di questa sconfitta è Maurizio Zamparini che, dopo avere issato in cielo le speranze di una città, le ha sprofondate. Non a caso, il destino ha voluto punirci per mano di Guidolin.

PALERMO- I miracoli accadono ovunque, tranne che nel calcio. Lasciamo una fessura incredula del cuore, come sospesa, come socchiusa. E prepariamoci alla retrocessione del Palermo in serie B. Un verdetto giusto che arriva al termine di una partita che i rosanero non avrebbero meritato di perdere contro l’Udinese. Ma la B appare equa. Il Palermo è stato per molte giornate la squadra peggiore del campionato. Contro Atalanta, Pescara e Siena (in casa!) si è gettata al vento una salvezza ancora raggiungibile.

Il principale responsabile di questa sconfitta è Maurizio Zamparini che, dopo avere issato in cielo le speranze di una città, le ha sprofondate. Non a caso, il destino ha voluto punirci per mano di Guidolin. Lo chiamavano “Il monaco” con aria strafottente tra i gradoni del ‘Barbera’, per sottolineare con sarcasmo la serietà di un uomo: una qualità sempre e comunque, tranne che da noi. Il mister della rinascita, della promozione, dello stadio colmo di abbonati, della prima attesissima vittoria col Siena, è tornato sul luogo della sua gloria passata per chiudere il cerchio. Serie B. Se non succede un miracolo di primissima fattura che, appunto, prevederebbe due vittorie nelle ultime due gare e il contemporaneo suicidio di Genoa o Torino, accorte nello spartirsi pareggio e festa secondo abituale costume pallonaro.

L’artefice della gioia, Maurizio Zamparini, ha confezionato una catastrofe perfetta, in una stagione in cui ha perso completamente l’equilibrio e lo stellone. L’annata si è manifestata orribile, tra ripensamenti, fughe in avanti, retromarce e confessioni. In altre occasioni, il carnevale rosanero non si era consumato nella tragedia sportiva, perché quelle rose avevano qualità. Avevano un Miccoli giovane e gagliardo. Zampa ha voluto stuzzicare la fortuna, tentando di mantenere la serie A, con un’armata di fanti, a dispetto dei santi. Sarebbe stato necessario un miracolo. Ecco.

I giocatori si sono impegnati strenuamente, soprattutto nel residuale spicchio del campionato. Il generalissimo Sannino, dal momento del suo ritorno, li ha rivitalizzati con sapienza psicologica e tattica. Non è bastato. Né poteva bastare. I valori del campo sono sacrosanti. Non è lecito attraversare l’oceano, con una barchetta di carta. Si va in B, dunque. Retrocediamo tutti: presidente, calciatori, giornalisti e tifosi. E proprio gli aficionados potranno meditare e rammentare i tempi antichi, quando fischiavano Cavani perché “non era cosa”. Parzialmente ci consolano gli applausi e le lacrime finali. Da qui, da una goccia d’amore sul prato, si dovrà ripartire.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI