Mafia, il blitz di Palermo: il negoziante di scarpe e gli incontri

Mafia, il blitz di Palermo: il negoziante di scarpe e gli incontri

Salvo Genova in una video intercettazione
È stato arrestato per concorso esterno in associazione mafiosa

PALERMO – Titolare di una catena di negozi di scarpe e a disposizione del clan mafioso. Giovanni Quartararo avrebbe garantito “un canale di comunicazione riservato” fra i boss di Resuttana ed è stato arrestato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.

Sarebbe stato Quartararo a fissare un incontro fra Mario Muratore e Settimo D’Arpa, arrestati nel blitz di oggi, per un aperitivo in via Maqueda. Si diedero appuntamento davanti al negozio, lasciarono i telefonini e si appartarono in una strada poco distante. Stessa cosa avvenne con Michelangelo Messina e con i fratelli Sergio e Carlo Giannusa, pure loro finiti in manette.

“… mi viene a prendere Gianni, dice ‘ti devono parlare cugino. Dove sei?'”, spiegava D’Arpa. Che in una conversazione intercettata si è lasciato andare ad un commento di troppo, attraverso il quale i poliziotti hanno ricostruito l’organigramma di Resuttana. Ad Antonino Vallone, già condannato per avere favorito i boss Graviano di Brancaccio, diceva che “Genova è il tutto” e tirava in ballo i fratelli Giannusa: “Quello che è messo qua, zio Nino a Resuttana… quello che ha il fratello che cammina con Agostino (Agostino Affatigato ndr)”.

D’Arpa è stato incastrato da una conversazione intercettata con la compagna. Nonostante la invitasse a smettere di parlare, la donna rivelava la sua appartenenza a Cosa Nostra. “Te lo dico fai lo scaltro, perché non chiami a tutti i mafiosi che hai… te lo dico davanti a tutti”, diceva lei. “Io non ne ho mafiosi”, tentava di cambiare discorso. “Io non conosco nessuno di sti mafiosi…”, continuava. Niente da fare, la compagna proseguiva: “Te lo giuro su Dio, che se io ti vedo io ‘l’ho lasciato perché domandava il pizzo, ti giuro che lo faccio”. “Ma te ne accorgi delle cose che dici al telefono?”, sbottava preoccupato D’Arpa.

Quartararo in cambio dei suoi “servigi” avrebbe ottenuto la protezione mafiosa. Furono i boss, secondo l’accusa, a mobilitarsi per recuperare un credito da 20 mila euro: “Lo guardo ‘Gianni appena li ho te li do. Cornuto che sei ti ho chiuso un discorso di ottantamila euro con trentamila euro, che non potevi dormire la notte, me ne sono andato a Partanna Mondello a parlare… e c’era pure Agostino davanti… te lo faccio dire da Agostino… di come mi ha sentito parlare Agostino, mi ha fatto così… complimenti. Perché non è che me lo deve insegnare qualcuno a parlare, zio Nino”.


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