Palermo, il Tribunale nega il permesso al boss Benedetto Spera

Vuole incontrare la moglie malata, no al permesso per il boss Spera

Il boss Benedetto Spera
Potrebbe riattivare i contatti mafiosi. Protesta la difesa

PALERMO – Niente permesso straordinario per fare visita alla moglie malata. Terzo no in pochi mesi per il boss ergastolano di Belmonte Mezzagno, Benedetto Spera, dopo quelli alla richiesta di differimento della pena e alla concessione di un permesso premio. Spera, 89 anni, capo mandamento arrestato nel 2001, è uno degli oltre 230 mafiosi siciliani detenuti al 41 bis.

La moglie è malata

Non incontra da tempo la moglie ormai allettata. La Direzione nazionale antimafia, La Procura della Repubblica e la questura di Palermo hanno dato parere negativo: Spera è socialmente pericoloso e potrebbe riattivare i contatti con Cosa Nostra. Il suo legale, l’avvocato Maurizio Di Marco, contesta la decisione del magistrato di Sorveglianza di Milano: il detenuto deve essere messo nelle condizioni di mantenere i rapporti familiari in chiave riabilitativa. Alla richiesta ha allegato dei precedenti favorevoli ai detenuti.

“Due pesi e due misure”

Niente da fare. Ancora una volta, secondo il legale, vengono adottati due pesi e due misure. Lo scorso 23 aprile la difesa aveva chiesto un permesso premio per Spera, fedelissimo di Bernardo Provenzano, responsabile delle stragi di mafia del ’92, arrestato nelle campagne di Mezzojuso dopo nove anni di latitanza. A febbraio il boss aveva chiesto il differimento per motivi di salute dell’ergastolo. I giudici avevano stabilito che il detenuto può essere curato in carcere, sottolineando che Spera ha rifiutato “ulteriori accertamenti e trattamenti” sanitari. Era la spia della sua capacità di intendere e volere.

Di diverso avviso la difesa, secondo cui la documentazione clinica carceraria evidenzia la mancanza della piena capacità di autodeterminazione, tanto che la stessa Procura di Milano aveva ritenuto necessario nominare un amministratore di sostegno quando in passato fu necessario autorizzare un intervento chirurgico salvavita.

Il caso Grassonelli

La difesa ha paragonato la vicenda di Benedetto Spera a quella di Giuseppe Grassonelli, 57 anni, anch’egli al carcere duro, a cui lo stesso Tribunale di Milano ha concesso un permesso premio. Grassonelli, pluriergastolano, capo della Stidda di Porto Empedocle (Agrigento), ha potuto allontanarsi per 12 ore dal carcere Opera di Milano. Nel 2022 si è laureato in Filosofia, sebbene non abbia mai fornito informazioni utili alle indagini, né abbia collaborato fattivamente con la giustizia, ha preso le distanze dal suo passato criminale.


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