PALERMO – L’elenco degli imputati condannati per mafia si apre con i fratelli Angelo e Girolamo Monti.
Angelo avrebbe mantenuto lo scettro di capo della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio, grazie al lavoro sporco del fratello che è stato condannato a 10 anni.
Angelo Monti, invece, ha avuto 4 anni e 4 mesi in continuazione con una precedente condanna. Al suo fianco ci sarebbe stato Jari Ingarao, condannato a 17 anni e 4 mesi. Sono zio e nipote perché la moglie di Monti è sorella della mamma di Ingarao, a sua volta figlio del reggente di Porta Nuova, Nicola Ingarao, ammazzato nel 2007 dai Lo Lo Piccolo di San Lorenzo. Oltre a Jari Ingarao sono stati condannati anche i fratelli Danilo e Gabriele rispettivamente a 8 anni e 8 mesi e 7 anni e 8 mesi.
Mafia, droga e neomelodici
Dall’impresario di cantanti neomelodici al capo ultrà del tifo rosanero: era variegato lo spaccato scoperto l’anno scorso dalla Direzione distrettuale antimafia e dai carabinieri del Comando provinciale che fecero scattare il blitz denominato Resilienza. Mafia, estorsioni, spaccio di droga furti e ricettazione: l’elenco dei capi di imputazione era lunghissimo.
I boss esercitavano il controllo della borgata anche scegliendo la scaletta delle canzoni nelle feste di piazza grazie all‘impresario Salvatore Buongiorno che forte dell’appoggio mafioso aveva monopolizzato il settore, organizzando la riffa per finanziare i concerti, decidendo chi dovesse vendere pane e panelle mentre si festeggiava Sant’Anna.
E intervenivano, secondo la parte della ricostruzione che non ha retto al vaglio del giudice, pure per fare siglare la pace fra gli ultras del tifo organizzato rosanero che spesso arrivavano alle mani.
Assolto il capo ultrà
Da qui l’assoluzione dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa per Giovanni “Jhonny” Giordano, fondatore delle Brigate Rosanero, per il quale la richiesta di arresto era stata respinta sia dal gip che dal tribunale del Riesame, in accoglimento delle tesi dell’avvocato Giovanni Castronovo che lo difende assieme a Silvana Tortorici. L’accusa aveva chiesto una condanna a 10 anni.
Assolti pure Giorgio Mangano, difeso all’avvocato Antonio Turrisi, che secondo l’accusa avrebbe svolto anch’egli un ruolo nelle dinamiche legate al tifoso organizzato; Marilena Torregrossa assolta (avvocato Rosanna Vella), Matteo Lo Monaco, Gaspare Giardina.
L’elenco dei condannati
Questo il dispositivo del giudice per l’udienza preliminare Donata Di Sarno: Paolo Alongi, 6 anni e 8 mesi, Gianluca Altieri 1 anno e 8 mesi, Giacomo Marco Bologna 1 anni e 8 mesi, Salvatore Buongiorno 6 anni e 8 mesi, Giovanni Bronzino 8 anni e 4 mesi, Francesco Paolo Cinà 2 anni e 2 mesi, Giuseppe Pietro Colantonio 1 anno, Domenico Canfarotta 8 anni, Giuseppe D’Angelo 2 anni e 4 mesi, Nicolò Di Michele 2 anni, 2 mesi e 20 giorni, Marcello D’India 8 anni e 4 mesi, Davide Di Salvo 1 anno e 4 mesi, Antonino Fortunato 6 anni e 8 mesi, Salvatore Guarino 13 anni e 4 mesi, Giuseppe Gambino 10 anni, Danilo Ingarao 8 anni e 8 mesi, Filippo Leto 6 mesi e 20 giorni, Giuseppe Lo Vetere 7 anni e 6 mesi, Vincenzo Marino 2 anni e due mesi, Pietro Matranga 5 anni e 6 mesi, Francesco Mezzatesta 2 anni e 4 mesi, Girolamo Monti 10 anni, Emanuel Sciortino 7 anni e 4 mesi, Vincenzo Vullo 4 anni e 8 mesi, Giovanni Zimmardi 13 anni e mezzo.
Le parti civili
Nel processo si sono costituti parte civile sei imprenditori taglieggiati, che avevano denunciato le richieste di pizzo, e le associazioni Centro Pio La Torre, Addiopizzo, Fai, Confcommercio, Sicindustria e il Comune di Palermo. A rappresentarli sono, tra gli altri, gli avvocati Valerio D’Antoni, Salvatore Forello, Ettore Barcellona, Francesco Cutraro, Salvatore Caradonna e Serena Romano.
Gli imprenditori, che per varie ragioni si trovavano a lavorare nella zona del Borgo Vecchio, decisero di non sottostare al sopruso del pizzo imposto dalla mafia.