Palermo, il pentito fa i nomi: "Questi li conosco, vi racconto tutto"

Mafia e droga, il pentito fa i nomi: “Questi li conosco, vi racconto tutto”

Gli investigatori mostrano un album di foto al neo collaboratore

PALERMO – Gli mostrano un album di fotografie preparato dagli investigatori. E inizia la trafila dei riconoscimenti da parte del neo collaboratore di giustizia Antonino Tranchida, originario di Paceco in provincia di Trapani. Conosce i segreti dei traffici di droga.

Michele Grasso

Uno dei suoi verbali più recenti è del 31 agosto scorso. Con Michele Grasso (già condannato a 10 anni in primo grado) “ci siamo incontrati a Rosarno”, in provincia di Reggio Calabria, dove Tranchida era andato a trattare l’acquisto di una partita di cocaina. C’erano pure “Salvatore Leggio e Accardo (Giuseppe Accardo ndr) e Rocco Pesce. Ce l’aveva indicato Michele Vitale del ’68… lui non era tanto pratico di cocaina… mi chiese se potevo andare a controllare questa partita di droga”.

Michele Vitale

L’accordo saltò “perché ci siamo accorti che c’erano macchine della guardia“. C’era dell’altro, però. Vitale “doveva dei soldi a loro ed è stata una barzelletta per recuperare i soldi”. Successivamente Tranchida andò in Calabria da solo. In ballo c’erano anche i suoi soldi, dei 31 mila euro pagati per la droga ne aveva sborsato 18 mila: “… mi dicevano che gli dispiaceva perché la cocaina ce l’avevano messa”. Volevano lavorare da soli “senza Michele Vitale”. I calabresi non avevano gradito che Michele Vitale avesse rimandato indietro una partita di droga: “Non aveva capito la qualità e gliel’aveva poi spedita indietro”.

Salvatore Leggio

Non era facile tagliare fuori dagli affari Michele Vitale, membro della storica famiglia mafiosa fardazza di Partinico. Lo dimostra l’episodio riferito da Tranchida ai pm: “Nicola Lombardo so che è il genero di Nardo Vitale ma non lo conosco. So che avevano una piantagione a Partinico e Michele Vitale del ’92 gliela voleva rubare anche al cugino perché i Vitale si erano messi in testa che volevano accaparrarsi tutte le piantagioni immaginabili che c’erano, se si potevano rubare, si rubavano”.

Un giorno pensarono di fare irruzione in “un punto dove la stavano pulendo per confezionarla”. Volevano andarci armati” e bloccarli e prendersi le cose” ma Michele Vitale, classe ’68, “gli ha detto che essendo sempre un parente loro non si doveva fare questa cosa”.

Pietro Canori

Uomo di riferimento per la cocaina sarebbe Pietro Canori, noto narcotrafficante romano che già nel 2021 era stato catturato in Spagna. Andarono a trovarlo a casa: “Io e Leggio a casa a Priverno per fare una trattativa di cocaina sapevo che era un grandissimo narcotrafficante dal Sudamerica in Italia, me l’aveva raccontato Vitale del ’68 che erano stati in carcere insieme. Siamo andati a Roma per cercare di metterci d’accordo in questa trattativa che poi non è mai avvenuta. Canori mi raccontava che aveva già mandato il Natale scorso 2 kg di cocaina a Michele Vitale, non avevano saputo riconoscere la qualità e la devono rimandare indietro”.


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