Palermo, mafia e droga: "Si mangia i soldi dei carcerati"

Palermo, mafia e droga: “Si mangia i soldi dei carcerati”

Cosa Nostra autorizza la gestione delle piazze di spaccio, ma in cambio chiede soldi

PALERMO – La mafia autorizza la gestione delle piazze di spaccio, ma in cambio chiede soldi che servono per le famiglie dei carcerati. Era già emerso in passato in altre inchieste. La conferma arriverebbe da alcune intercettazioni del blitz che ieri ha portato all’arresto di sei persone nel rione Altarello di Baida.

Davide Osman, uno degli arrestati, e il fratello Carmelo erano stati convocati ad un appuntamento a cui parteciparono “Giuseppe” e “Santino”. Quest’ultimo è stato identificato in Santino D’Angelo, fidanzato con la figlia e sorella di Francesco e Gabriele Pedalino, condannati a 30 anni in appello per l’omicidio di Mirko Sciacchitano, assassinato nell’ottobre 2015 in via Falsomiele,

Francesco Pedalino, genero del boss deceduto Salvatore Profeta, è stato il capo decina della famiglia mafiosa della Guadagna, mandamento di Santa Maria di Gesù. D’Angelo, arrestato, ieri è incensurato.

“Mio cugino voleva parlare dei carcerati”, disse Giuseppe il giorno dell’appuntamento rivolgendosi ai fratelli Osman e riferendosi a Santino D’Angelo. “Avevi forse un debito”: così D’Angelo interviene nella discussione. Un tale Soufiane, del gruppo di Osman, veniva accusato di “mangiarsi i soldi
dei carcerati”.

Il riferimento è chiaro. La Procura di Palermo sta cercando di capire quale sia il rapporto di affari che legherebbe il mandamento di Santa Maria di Gesù alla piazza di Altarello di Baida, una zona geograficamente lontana.


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