Palermo, mafia nel regno di "belli capelli": "Condannate gli imputati"

Mafia nel “regno” di “belli capelli”: chiesta la condanna degli imputati

Alla Noce pizzo pure "a chi non riesce a mettere la pignata"

PALERMO – La pena più alta – 16 anni di carcere – è stata chiesta per Angelo De Stefano. Requisitoria del pubblico ministero Giovanni Antoci. È l’unico imputato per mafia: avrebbe avuto un importante ruolo nel mandamento della Noce.

L’arringa difensiva dell’avvocato Angelo Formuso è prevista per il 12 febbraio, giorno in cui prenderanno la parola anche gli avvocati degli altri imputati.

Gli altri imputati

Per Biagio Impallara sono stati chiesti 4 anni per favoreggiamento aggravato (difeso dall’avvocato Giuseppe Torre), 3 anni per Giada Pecoraro, imputata di ricettazione (difesa da Angelo Formuso), 3 anni per Caterina Cappello, che risponde di ricettazione (difesa da Rosanna Vella).

“Belli capelli” già condannato

Si tratta del troncone che si sta svolgendo con il rito ordinario davanti al Tribunale. In abbreviato altri imputati sono stati condannati lo scorso aprile. A cominciare dal personaggio principale: Giancarlo Seidita, calvo ma soprannominato ironicamente “Belli capelli”, uno dei fedelissimi dei boss Lo Piccolo, condannato a 20 anni.

Pizzo a tappeto

Sarebbe stato Seidita a prendere le redini del mandamento della Noce. Il suo diktat di imporre il pizzo a tappeto “anche a chi non riesce a mettere la pignata” aveva creato malumori. Con il blitz della squadra mobile nel 2022 furono scompaginati i nuovi equilibri.


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