I boss, i supermercati, l'incontro con Faraone: ecco cosa successe

Mafia, l’affare dei supermercati Coop: il no dell’ex senatore Faraone

L'incontro con due imprenditori pronti a rilevare 12 punti vendita
IL RETROSCENA
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PALERMO – Volevano acquisire dodici supermercati a marchio Coop. Una società formalmente intestata a insospettabili, ma legata ai mafiosi trapanesi, si fece avanti. L’affare saltò in dirittura di arrivo.

Il regista dell’operazione del 2020 fu il salemitano Salvatore Angelo, uno degli arrestati del blitz fra Palermo e Trapani. La “Coop alleanza 3.0”, proprietaria dei punti vendita, alla fine ritenne più vantaggiosa l’offerta del “Gruppo Radenza” rispetto a quella della “Grande distribuzione Sicilia srl”.

Quest’ultima era stata costituita il 27 luglio 2020 dai fratelli Francesco Paolo e Leonardo Palmeri. Nelle retrovie si muovevano Antonio Vincenzo Lo Piccolo e Michele Mondino. Sono stati tutti arrestati nell’inchiesta della Procura di Palermo.

Così come Bartolomeo Anzalone, molto vicino a un altro fedelissimo di Messina Denaro impegnato nella grande distribuzione, Mimmo Scimonelli. I carabinieri annotano che nel settembre 2020 ci fu un “incontro” tra i fratelli Palmeri, il socio occulto Anzalone e il senatore di Italia Viva Davide Faraone (non coinvolto nell’indagine).

Come andò? Faraone chiuse la porta in faccia ai suoi interlocutori. Uno di loro intercettato diceva: “Mi fa dice Davide me lo ha detto dice ma per me può cantare questo Leonardo non ha dove andare e non gli posso dare nessun aiuto, dice come è venuto se ne può andare”.


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