Palermo, il "meccanico boss" rischia 22 anni di carcere

Palermo, il “meccanico boss” rischia 22 anni di carcere

Mafia di Cruillas. C'era la fila per parlare con l'imputato
LA REQUISITORIA
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PALERMO – Le richieste di pena sono pesantissime. Ventidue anni per Biagio Piraino, 17 anni per Vincenzo Lanno, 16 anni e mezzo per Filippo La Rosa. Finirono tutti e tre in carcere nel blitz della squadra mobile che svelò il ritorno di Salvatore Alfano al vertice del mandamento mafioso della Noce.

Fu Alfano a ricevere l’investitura dal boss della cupola Settimo Mineo con un bacio sulla bocca (leggi l’articolo) nel maggio 2018, quando l’anziano capomafia di Pagliarelli si apprestava a presiedere la nuova commissione provinciale di Cosa Nostra. Di recente sono state emesse delle condanne.

Le richieste sono state avanzate dal pubblico ministero Vincenzo Amico. I tre imputati avrebbero avuto un ruolo di primo piano nella famiglia di Cruillas. La parola passa ora agli avvocati delle difese, Enrico Sanseverino, Nico Riccobene e Filippo Gallina. Poi la sentenza.

Pizzo, scommesse abusive sulle piattaforme on line e transazioni immobiliari. Queste erano le principali fonti di guadagno del mandamento. Una parte dei soldi era riservata al mantenimento dei detenuti e delle loro famiglie.

Un ruolo chiave avrebbe avuto Biagio Piraino, meccanico incensurato, divenuto l’alter ego del boss Giovanni Nicoletti oggi deceduto. C’era la fila per chiedere il suo intervento per sistemare anche le piccole questioni: come il furto di una bilancia e il lavoro dei parcheggiatori abusivi.


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