Il no al vaccino e il pestaggio: frattura alle costole e al cranio

Palermo, medico pestato nel centro vaccinale: condannate due donne

Aggressione all'Asp. Prognosi di 138 giorni

PALERMO – Due donne condannate e un uomo assolto per il pestaggio subito da un medico. C.M, e R.A. sono state condanne a due anni e 8 mesi ciascuno di carcere. Assolto il terzo imputato, Giovanni Armanno.

Delle due imputate condannate scriviamo solo le inziali perché il putiferio scoppiò il giorno che accompagnarono un bambino a vaccinarsi. Sono la nonna e la madre del piccolo. La sentenza è del giudice per l’udienza preliminare Ivana Vassallo. Il processo si è svolto con il rito abbreviato e le pene sono scontate di un terzo.

I fatti di giugno 2022 avvengono nel centro vaccinale dell’Asp in via Crocifisso a Pietragliata, nella parte alta di corso Calatafimi. Di turno c’è il medico Giovanni Ruggeri. Manca un dato nel libretto sanitario del bambino.

Non c’è traccia di una precedente vaccinazione necessaria per la nuova. Il medico spiega che si tratta di un ostacolo insormontabile e invita le imputate ad andare via. A rischio c’è l’iscrizione della bimba a scuola.

La reazione è veemente. Le due donne chiedono al cellulare l’intervento di altre persone. Arrivano due uomini che si scagliano contro il medico. Lo prendono a calci e pugni. Gli lanciano addosso tuto ciò che gli capita sotto mano, compreso il monitor del Pc.

Il medico finisce in ospedale con fratture alle costole e al cranio. La prognosi sarà di 138 giorni. Dell’aggressione nulla ricorda, è traumatizzato. Ci sono, però, dei testimoni. Uno di loro riconosce le due donne, per altro registrate all’ingresso. Stessa cosa non avviene per l’assolto.

L’avvocato Alessandro Musso

L’avvocato della difesa, Alessandro Musso, fa valere il mancato riconoscimento e il fatto che non c’è alcuna certezza che sia stato lui uno dei due uomini giunto nel centro vaccinale. Il secondo non è stato identificato.

Il legale delle due donne, l’avvocato Gioacchino Arcuri, è pronto a fare l’appello. Contesta l’esito di una perizia di parte da cui è emerso un successivo peggioramento delle condizioni di salute del medico. Da la contestazione delle aggravanti che hanno fatto innalzare la pena. “Un’anomalia”, dice il legale.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI