PALERMO – “E’ successo tutto all’improvviso e non riesco ancora a crederci. Mia figlia era una ragazza piena di vita, bella, matura, unica per me”. Sono le parole di Daniela, madre di Giada Plescia, studentessa di 19 anni che si era diplomata al liceo Vittorio Emanuele II di Palermo. La sua scomparsa ha gettato in un profondo sconforto tutto l’istituto, che a distanza di quasi un mese dalla tragedia, le ha dedicato una lettera.
“Un privilegio essere la sua mamma”
“In questa scuola mia figlia ha trovato professori e compagni speciali. Sono fiera di lei e onorata di essere stata la sua mamma. Per me un privilegio. Ovviamente il mio cuore è spezzato in mille pezzi e triste per quello che le è accaduto, non doveva accadere, vorrei che fosse ancora qui con me fisicamente, ma so che lo è spiritualmente”.
“Amava gli animali”
Giada si era poi iscritta in Psicologia, ma il suo sogno era di diventare un veterinario. A raccontarlo ancora è la madre: “Amava gli animali moltissimo, aveva adottato tre cani e un gatto. Se avesse potuto, in casa ce ne sarebbero molti di più. Tra le sue passioni c’erano anche la musica e i viaggi. Un amore infinito che ci manca tantissimo”.
Un vuoto tangibile anche nelle parole che la scuola ha condiviso sui social per Giada, invitando a partecipare a una messa che si terrà il 21 febbraio alle 12 in Cattedrale, per ricordare la compagna che si è spenta prematuramente.
La lettera della scuola per Giada
“Legame. Quello che sei riuscita a stringere con ognuno di noi, lasciandoti comprendere e amare. Forse sei proprio tu la corda che ci tiene e ci terrà per sempre legati. Ma di un legame che ha un sapore dolce, genuino, intenso. Sapevi guarire ogni ferita, riparare i cuori infranti e far tornare il sole durante la tempesta. Anche quando eri giù – scrivono dal Vittorio Emanuele – anche quando non avevi voglia di uscire, anche quando tutto intorno sembrava buio, avevi il sorriso sulle labbra”.
Prosegue la lettera: “E quel sorriso scaldava il cuore di tutti, dava conforto e rendeva subito tutto più colorato. Eri un dono, un gioiello di inestimabile valore. Quante persone ancora da incontrare, luoghi da scoprire, vite da vivere. Quanta innocenza nel volto di chi si copriva il sorriso per l’imbarazzo. Quanta forza nel volto di chi ha superato i propri limiti assaporando la pienezza della vita. Quanta fragilità nel volto di chi ha un’anima pura come la tua”.
“Coloravi la nostra quotidianità”
“Quanta spensieratezza nel volto di chi ha vissuto una vita troppo breve, ma con la massima intensità. Intenso è l’aggettivo che descrive il legame che hai costruito, riuscendo a colorare la nostra quotidianità, con i tuoi scherzi e le tue smorfie, i tuoi ritardi e i tuoi tentativi di fuga. Adesso rimane la certezza che tu continuerai a camminare, attraverso i nostri passi”.
“Continuerai a sorridere, attraverso le nostre labbra. Continuerai a vivere, attraverso noi che ce ne andremo da compagni, pronti a percorrere insieme l’ultimo cammino. Sarai sempre nei nostri ricordi – concludono – nei gesti di tutti i giorni, nelle parole, nelle persone. Eternamente tuoi, i compagni della 5ªI”.