“Palermo non è una zona rossa |Un disegno eversivo di Salvini” - Live Sicilia

“Palermo non è una zona rossa |Un disegno eversivo di Salvini”

Il sindaco contro le disposizioni che individuano delle zone in cui non è possibile sbarcare

LEOLUCA ORLANDO
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PALERMO – “Siamo di fronte a un disegno eversivo del ministro degli Interni Matteo Salvini e questo è un motivo per temere per la tenuta democratica del nostro paese”. Ad affermarlo è il sindaco di Palermo Leoluca Orlando che,dopo la direttiva del Viminale sulle “zone rosse” che dà maggiore potere ai prefetti quanto al tema del contrasto all’immigrazione, accusa: “Dopo avere esautorato i militari, allargando il suo potere all’intero campo della competenza sulla sicurezza vorrebbe esautorare i sindaci. Come sindaco impedirò che questo avvenga e per questo qualora il prefetto dovesse adeguarsi alla direttiva del ministro Salvini adirò il Tribunale amministrativo regionale per chiedere l’annullamento previa la sospensione del provvedimento”.

“La mia posizione – ha poi continuato Orlando – è istituzionale perché sono sicuro di applicare la Costituzione italiana dei diritti. Mi chiedo piuttosto quale sia la definizione giuridica di un termine, usato nella direttiva, come balordi ”.

Dopo che la nave Mare Jonio ha condotto un’operazione di salvataggio di cinquanta migranti, il ministro Salvini è entrato in rotta di collisione con la collega titolare degli Esteri Alessia Trenta e con le forze militari che hanno ritenuto di avere lesa la propria competenza a causa di una direttiva ad hoc sulla situazione della Mare Ionio. Ieri Salvini è tornato ad occuparsi della questione emanando una nuova direttiva in cui individua dei Comuni nei quali i migranti non dovrebbero sbarcare. Ma per il sindaco di Palermo “la città è certificata come quella in cui si compiono meno reati e in cui quindi la sicurezza di Palermo non è in discussione”.

L’amministrazione comunale di Palermo e l’Ong Mediterranea Saving Humans ha organizzato un incontro con la stampa per raccontare le reazioni che si stanno mettendo in campo per avversare la posizione del Viminale sulla gestione della Mare Jonio. Mediterranea ha mostrato un video di 19 minuti con le registrazioni delle conversazioni fra le autorità libiche, le autorità italiane e il capitano della nave Mare Jonio. Nel video emerge una lunga discussione a tratti confusa e numerosi contatti fra le autorità italiane e quelle libiche. Al termine di questo coordinamento attraverso il quale le autorità libiche si sono assunte la responsabilità di riportare sulla costa i migranti si registra l’intervento di un ufficiale che parla correttamente l’italiano e che racconta che l’ufficiale libico abbia firmato il modulo in cui si formalizza l’assunzione di responsabilità. Secondo la portavoce di Mediterranea Alessandra Sciurba al Mare Jonio avrebbe rispettato la distanza di 8 miglia dal gommone presente alle coordinate indicate e avrebbe così salvato altri migranti.

La condotta delle guardie costiere libica e italiana è stata così al centro delle osservazioni del sindaco di Palermo che ha detto: “Mentre si percepisce come il comando di Roma mantiene un comportamento corretto e formale lo stesso non si può dire del comportamento delle autorità libiche”. Ma per il sindaco c’è un elemento da condannare. “Sembrerebbe che il funzionario italiano compili il modulo indicando cosa bisogna fare e il Mustafà di turno metta la firma. Quante volte – si è chiesto il primo cittadino di Palermo – per obbedire alla volontà di un ministro degli Interni hanno forzato le procedure? Quante volte se questo non è accaduto della gente è morta? Farò questa domanda alla Corte europea dei diritti umani. Politicamente – ha affermato Orlando – io ritengo ci troviamo di fronte a una strage, un genocidio”.

Anche Alessandra Sciurba poi ha commentato l’operato della Guardia costiera libica. “Tacciare d’inadeguatezza la Guardia costiera libica-  ha detto – è un eufemismo. E si pretenderebbe – ha proseguito – che si continui ad affidare vite umane a una forza il cui operato è discutibile mentre è certo che la Libia è in una situazione di guerra e quindi non rappresenti un porto sicuro”. Poi la portavoce di Mediterranea ha preso le difese della Guardia costiera italiana. “Loro – ha raccontato -sono gente di mare e soffrono per quello che sta avvenendo. Anonimamente è stato rappresentato un forte disagio”.

Alla conferenza stampa sono intervenuti anche Fabio Lanfranca e Serena Romano, legali del comandante di missione Luca Casarini e il comandante della Mare Jonio Pietro Marrone a cui è stato contestato il reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina. “Purtroppo c’è chi non ha l’immunità parlamentare – ha commentato Fabio Lanfranca – e quindi è costretto a difendersi per avere salvato delle vite umane. Stiamo provando a raccontare minuto per minuto quello che è successo. Non sono delinquenti ma sono persone a cui bisogna dire grazie”.


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