Palermo, non sono i boss della mafia nigeriana: assolti - Live Sicilia

Palermo, non sono i boss della mafia nigeriana: assolti

A Ballarò non operava una struttura simile a Cosa Nostra

PALERMO – La Cassazione accoglie la linea difensiva. I supremi giudici rigettano il ricorso della Procura generale di Palermo.

Confermate le assoluzioni per un gruppo di nigeriani, accusati di guidare una frangia palermitana dell’associazione denominata “Black Axe”. Non regge il reato di associazione a delinquere aggravate dal metodo mafioso ed estorsione. Annullata con rinvio l’unica condanna che era stata decisa in appello per sequestro di persona e violenza sessuale con l’aggravante del metodo mafioso.

Kingsley Chima Isoguzo aveva avuto 30 anni contro gli 11 del verdetto di primo grado. Ora per l’imputato, difeso dall’avvocato Salvatore Sieli, si dovrà celebrare un nuovo processo in appello.

Gli assolti sono Muhammed Abubakar, Ken Osayande, Festus Pedro Erhonmosele e Osahenagharu Uwagboe.

Per i giudici supremi dunque tutti gli imputati, compreso l’unico condannato, non fanno parte di una frangia della potente “Black Axe” (Ascia nera), un’organizzazione con una struttura simile a Cosa Nostra, che si sarebbe insediata nel rione Ballarò. Un’ipotesi che invece aveva già retto nel troncone del processo celebrato in abbreviato.

Gli assolti erano difesi dagli avvocati Giovanni Rizzuti, Anastasia Righetti, Cinzia e Antonio Pecoraro, Rocco Chinnici, Salvatore Sieli. “Il pentito sta mentendo”, avevano detto riferendosi ad Austine Johnbull, il pentito del clan.


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